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Liliana Segre apre la seduta del Senato tra gli applausi: "Presiedo a 100 anni dalla Marcia su Roma"

La senatrice a vita Liliana Segre ha aperto la seduta a Palazzo Madama in qualità di presidente provvisorio: il suo discorso ai senatori

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

Il Senato della XIX legislatura prende forma. E a presiedere in Aula la prima seduta è la senatrice a vita Liliana Segre, vestita di un elegante blusa di velluto blu. La testimone della Shoah ha sostituito l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, che pur essendo il più anziano a Palazzo Madama non ha potuto adempiere al compito a causa delle sue condizioni di salute.

Segre è stata accolta da una calorosa standing ovation dei senatori. Ad applaudire dalla prima fila dei banchi del centrodestra anche Ignazio La Russa, che a meno di clamorose sorprese succederà a Elisabetta Casellati alla presidenza del Senato.

Liliana Segre al Senato: “Presiedo a 100 anni dalla marcia su Roma”

La senatrice a vita ha iniziato il suo discorso rivolgendo un saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Papa Francesco. Poi ha letto un messaggio di auguri a Giorgio Napolitano “nella speranza di poterlo rivedere presto ristabilito” e ha rivolto un pensiero a quanto sta accadendo in Ucraina.

La senatrice Liliana Segre mentre apre la seduta del Senato

“Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva”, ha successivamente ammesso Segre.

“In questo mese di ottobre – ha evidenziato – nel quale cade il centenario della marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio a una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica”.

Il doloroso ricordo del 1938

Liliana Segre ha spiegato che il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella sua mente, facendola tornare indietro con i ricordi a quando era una semplice alunna.

“Vedete – ha detto ai senatori – ai miei tempi la scuola iniziava a ottobre, ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine pensando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato”.

La responsabilità del nuovo Senato

La senatrice a vita non poteva non parlare del taglio dei parlamentari, che ha ridotto il numero dei senatori a 200. In Aula ha evidenziato che adesso l’istituzione “è profondamente rinnovata”.

Di conseguenza “l’appartenenza a un così rarefatto consesso non può che accrescere in tutti noi la consapevolezza che il Paese ci guarda, che grandi sono le nostre responsabilità, ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio”.

L’auspicio di Segre è che si possa mettere da parte la cosiddetta politica urlata “che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto”, sostituendola con “una politica alta e nobile che, senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza”.

Il ruolo di Governo e opposizione

Secondo la testimone della Shoah l’imperativo della nuova legislatura deve essere quello di preservare le istituzioni della Repubblica che, come ha ricordato, “sono di tutti e devono operare nell’interesse del Paese”.

E ha citato le recenti elezioni politiche, le quali “hanno visto una vivace competizione tra i diversi schieramenti che hanno presentato al Paese programmi alternativi e visioni spesso contrapposte”.

“Il popolo ha deciso – ha ribadito – è l’essenza della democrazia. La maggioranza uscita dalle urne ha il diritto-dovere di governare. Le minoranze hanno il compito altrettanto fondamentale di fare opposizione”.

L’esempio di Giacomo Matteotti

Liliana Segre ha voluto ricordare ai senatori che in Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del popolo è la Costituzione repubblicana.

Ricordando le parole di Piero Calamandrei, ha sottolineato che non si tratta di un pezzo di carta, ma è “il testamento di 100mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà, una lotta che non inizia nel settembre del 1943, ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti“.

Contro il linguaggio dell’odio

Tra i tanti temi sui cui la senatrice a vita si è soffermata c’è anche quello della diffusione del linguaggio dell’odio. In Aula ha dichiarato che è arrivato il momento di assumere una “comune responsabilità” contro “l’imbarbarimento del dibattito pubblico e contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni”.

Come esempio virtuoso da seguire ha fatto riferimento ai lavori della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza della passata legislatura.

“Questi lavori – ha detto – si sono conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo, segno di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici, che è essenziale permangano”.

L’impegno per i prossimi anni

Nella parte conclusiva del suo discorso Segre ha spiegato di augurarsi che la nuova legislatura “veda un impegno concorde di tutti i membri di questa Assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative e riaffermare, nei fatti e non a parole, la centralità del Parlamento“.

Secondo la senatrice sarebbe importante se “la maggioranza si ricordasse degli abusi che denunciava da parte dei Governi quando era minoranza e che le minoranze si ricordassero degli eccessi che imputavano alle opposizioni quando erano loro a governare”.

L’obiettivo è costruire “una sana e leale collaborazione istituzionale”, necessaria per rispondere “al grido di dolore” che arriva da tante famiglie e da tante imprese in crisi, che temono “che disuguaglianze ed ingiustizie si dilatino ulteriormente, anziché ridursi”.

“Dalle istituzioni democratiche – ha precisato Liliana Segre – deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere livelli di guardia e tracimare”.

 

Fonte foto: ANSA

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