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L'inverno 2024 segnato da neve abbondante anche in Italia? L'allarme degli scienziati, cosa ci aspetta

Gli scienziati del clima hanno lanciato l'allarme sul sistema di correnti atlantiche, che potrebbe portare a un inverno 2024 più rigido e con più neve

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

I nubifragi e le alluvioni che da settimane non danno tregua all’Europa non sono gli unici eventi estremi attesi dagli scienziati dopo l’inizio della stagione fredda. Con l’arrivo dell’inverno 2024 gli esperti del clima ritengono che il continente possa finire nella morsa di temperature molto rigide e sotto precipitazioni nevose più abbondanti della norma a causa di un fenomeno monitorato con molta attenzione: il rallentamento del cosiddetto Amoc (Atlantic Meridional Overturning Circulation), il sistema di circolazione delle correnti oceaniche che concorre a mantenere le temperature miti in particolare nei Paesi del Nord del mondo.

L’allarme degli esperti

L’allarme è stato lanciato in una lettera sottoscritta da scienziate e scienziati dei maggiori centri di ricerca sul clima e sulla oceanografia e inviata al Consiglio Nordico (Nordic Council), l’organismo per la cooperazione interparlamentare dei Paesi nordici. Un messaggio in cui gli esperti avvertono come la circolazione delle correnti nell’Atlantico, soprattutto nelle regioni polari, possa alterarsi al punto di “avere impatti devastanti e irreversibili soprattutto per i Paesi nordici, ma anche per altre parti del mondo”.

L’alluvione di Valencia, che ha causato oltre 60 morti, potrebbe dunque essere soltanto una delle ultime violente manifestazioni degli eventi climatici sul continente europeo.

Cos’è l’Amoc

L’Atlantic Meridional Overturning Circulation (Amoc), dall’inglese letteralmente “capovolgimento meridionale della circolazione atlantica”, è un sistema di correnti che raggiunge fino a 3mila metri di profondità e che regola lo scambio di acqua calda e fredda tra diverse aree dell’oceano Atlantico, includendo anche la Corrente del Golfo.

Secondo gli scienziati questo meccanismo centrale per il clima mondiale “rischia sempre più di superare un punto di svolta”, che “può verificarsi nell’intervallo climatico di 1,5-2 °C previsto dall’Accordo di Parigi. Attualmente il mondo si sta dirigendo ben oltre questa fascia (> 2,5 °C)”.

Il rischio ondate di neve

Il rallentamento dell’Amoc unito all’espansione della copertura nevosa nella regione siberiana, che condiziona il raffreddamento della superficie terrestre in Europa, rischia per gli esperti di rendere le ondate di freddo invernali più imprevedibili e rigide.

Un quadro che potrebbe portare non soltanto a precipitazioni più abbondanti di neve, ma anche più durature, con ripercussioni più gravi anche sui territori di Paesi dell’Europa centrale e meridionale, come l’Italia.

Fonte foto: ANSA

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