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Influenza, via libera a 8 vaccini per affrontarla: il timore di Pregliasco per quanto successo in Australia

Per Fabrizio Pregliasco ci si deve attendere un mix di virus di influenza, sinciziale, paranfluenzali e Covid: "Vaccino per i fragili”

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

Con la metà di settembre è iniziato un primo calo delle temperature, ma gli esperti guardano con attenzione soprattutto alla stagione autunnale e invernale, che porterà con sé l’influenza. Le prime indicazioni, in arrivo dall’Australia, fanno prevedere che quest’anno potrebbe essere “più intensa” rispetto a quella del 2023-2024, quando si sono registrati comunque 15 milioni casi di influenza e virus parainfluenzali. Proprio nel Paese australe, infatti, dove l’inverno è già arrivato, l’epidemia è stata peggiore di rispetto a quella dello scorso anno. Le parole di Fabrizio Pregliasco ai microfoni di Virgilio Notizie: cos’ha detto il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano e virologo dell’Università degli Studi di Milano. Intanto, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) hanno autorizzato 8 vaccini contro l’influenza stagionale.

Riapertura delle scuole e primi aumenti di casi

Secondo Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria presso il ministero della Salute, Francesco Vaia, “Davanti a noi abbiamo la riapertura delle scuole, il ritorno alla grande socialità. Dobbiamo spendere il nostro tempo e il nostro impegno in una importante campagna vaccinale a difesa delle popolazioni target”, ossia soprattutto ai fragili e agli anziani. Il pensiero corre alla campagna vaccinale, che come ogni anno dovrebbe partire a ottobre, ma dalla quale ci si attende una minor adesione, in linea con una tendenza già registrata negli ultimi anni.

Quando iniziano le vaccinazioni

Le date variano su base regionale, ma pressoché ovunque le prime dosi saranno disponibili – salvo eventuali ritardi burocratici che gli esperti scongiurano – a partire dai primi di ottobre:

  • 1° ottobre: Lazio e Lombardia
  • 7 ottobre: Veneto ed Emilia-Romagna
  • metà ottobre: Piemonte

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Dallo scorso anno, però, è possibile ricevere la protezione anche presso le farmacie, che proprio nella stagione invernale scorsa hanno registrato un aumento di somministrazioni, soprattutto in Liguria e Lombardia.

In alternativa i medici di medicina generale rimangono il punto di riferimento per i pazienti che vogliano sottoporsi a vaccinazione.

Autorizzati 8 vaccini contro l’influenza stagionale

Come ogni anno, i ceppi virali sono stati aggiornati secondo le raccomandazioni dell‘Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), basate sulle caratteristiche antigeniche dei ceppi virali circolanti nell’ultima stagione, come spiegato dall’Aifa in una nota.

I vaccini autorizzati dall’Aifa sono:

  • Efluelda tetra (Sanofi Pasteur)
  • Fluarix tetra (Glaxosmithkline biologicals s.a.)
  • Influvac s (Viatris healthcare Limited)
  • Influvac s tetra (Viatris healthcare Limited)
  • Vaxigrip tetra (Sanofi Pasteur Europe)

Quelli autorizzati con procedura centralizzata, coordinata dall’Ema sono:

  • Fluad tetra (Seqirus Netherlands B.V.)
  • Flucelvax tetra (Seqirus Netherlands B.V.)
  • Fluenz (Astrazeneca Ab)

Verso il vaccino spray universale

Intanto si registrano progressi nella messa a punto di un vaccino spray, dunque molto più pratico e semplice da somministrare, che sia universale cioè in grado di proteggere da tutti i ceppi virali e, possibilmente, anche per più di una stagione.

Uno studio, pubblicato sul Journal of Virology e condotto da un team di ricercatori del Lerner Research Institute della Cleveland Clinic in Ohio (USA) mostra risultati positivi dai test condotti su modelli animali.

Somministrato in modalità di spray nasale, coprirebbe 8 ceppi di influenza.

Gli esami del sangue effettuati dopo 4 settimane dalla somministrazione hanno indicato che erano stati sviluppati anticorpi e protezione nell’esposizione al patogeno: in precedenza, lo stesso gruppo di ricercatori aveva già condotto studi preclinici con esiti promettenti.

L’intervista a Fabrizio Pregliasco

Perché ci si attende una stagione influenzale più intensa?

“Quello che prevediamo è che si possa andare incontro a una stagione piuttosto vivace, che supererà i 14,5/15 milioni di casi dello scorso anno, che comprendevano vari virus respiratori, parainfluenzali e anche il Covid. Diciamo che adesso siamo in una fase tranquilla, ma ormai sappiamo che il Covid ha una ciclicità con nuove varianti ogni 4/5 mesi. L’ultima si è verificata a luglio, dunque è plausibile attendersi che una prossima arrivi in inverno e si mescoli all’influenza. Tra l’altro l’ultimo ceppo del Covid ha caratteristiche di immuno-evasività, perché è in grado di eludere la protezione sia da vaccino che da malattia, quindi potrebbe esserci una ulteriore fiammata invernale”.

L’andamento dell’influenza in Australia sembra confermare proprio questo scenario, giusto?

“Sì. Il Covid è un po’ come uno sasso gettato in uno stagno, va a ondate, ma si somma al virus influenzale. In Australia, dove è appena finito l’inverno, c’è stato un numero di caso complessivi superiore a quello del 2023 e questo non può che far pensare. Non si tratterà certamente di una pandemia, ma di un mix di virus di influenza, Covid, parainfluenzali e virus sinciziale, che colpisce soprattutto i più piccoli”.

Chi sono, dunque, i soggetti più a rischio?

“Sicuramente i fragili di ogni età, quindi con problematiche cardiache croniche o problematiche respiratorie (come asma, ecc.), ma anche gli operatori sanitari, che devono garantire una continuità di servizio. Non sottovaluterei, però, neppure i rischi per i più piccoli, i bambini”.

Quali fattori potrebbero giocare un ruolo e quando aspettarsi il picco?

“Tutto dipenderà dall’ andamento delle temperature. Se sono basse e rimangono tali, è favorita la circolazione del virus influenzale, quindi tipicamente verso gennaio/febbraio potrebbe esserci il picco. Se, invece, si registrassero alti e bassi, sarebbe maggiore la circolazione dei virus ‘cugini’, quindi parainfluenzali”.

Crede che ci sarà un’adesione ampia, complice anche il fatto che ci si possa rivolgere alle farmacie, oppure prevale una certa tendenza a sottovalutare i rischi connessi all’influenza?

“Purtroppo no. Dalla stagione 2020-2021, in cui ci si era attestati sul 65% di adesione tra gli ultra 65enni, oggi abbiamo perso il 12%, fermandoci al 53%, a causa dell’effetto Covid e della sfiducia nella copertura vaccinale a quest’ultimo. Ma le vaccinazioni rimangono importanti per i soggetti fragili e a rischio”.

Intanto, cosa sappiamo dello sviluppo di spray vaccinali nasali?

“Devo dire che io mi occupo di influenza dal 1986 e ogni anno si parla di un possibile vaccino universale, possibilmente in versione spray. A oggi non è ancora stato individuato un antigene universale, ma certamente restiamo fiduciosi. La versione spray dell’anti-influenzale stagionale c’è già: è disponibile per i bambini. Era stata usata in periodi nei quali c’era carenza di dosi convenzionali e ha il vantaggio di essere più facilmente somministrabile, perché dà meno fastidio. Attendiamo, comunque, la prosecuzione degli studi clinici su una protezione universale. In realtà sarebbe ancora meglio il combinato Covid+influenza, perché per il Covd siamo ormai al solo 13% di copertura dei soggetti a rischio”.

Fonte foto: ANSA

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