Gragnano, 13enne morto dopo essere precipitato dal quarto piano: indagini su 5 minorenni e un maggiorenne
Identificati i presunti autori dei messaggi: la procura ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio
Quello che inizialmente sembrava essere un incidente nasconderebbe una realtà più complessa: il ragazzo di 13 anni morto dopo essere caduto dal quarto piano a Gragnano, in provincia di Napoli, potrebbe essere stato portato a togliersi la vita. È la pista che, secondo quanto riporta Ansa, starebbero seguendo gli inquirenti che avrebbero identificato i presunti autori dei messaggi di odio inviati al ragazzo: sarebbero sei persone, cinque minorenni e un maggiorenne. La procura di Torre Annunziata, la quale sta conducendo degli approfondimenti sul loro conto insieme alla procura del tribunale per i minorenni di Napoli, ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio.
Le indagini
Nei confronti dei 6 presunti autori dei messaggi con insulti e minacce sarebbero imminenti le iscrizioni nel registro degli indagati, anche per consentire la nomina di periti di parte in vista dell’autopsia. La salma del ragazzo è sotto sequestro nell’obitorio di Castellammare di Stabia, ma la data dell’esame non è stata ancora fissata.
Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, il 13enne precipitato dal quarto piano di uno stabile di Gragnano era angosciato dai messaggi intimidatori ricevuti da un gruppo di giovani cyberbulli.
La pista seguita adesso è emersa dall’analisi del telefonino del ragazzo, sotto sequestro dei carabinieri, nel quale sono stati trovati gli insulti e le minacce. Tra questi messaggi, in uno ci sarebbe stato scritto esplicitamente: “Ucciditi”.
Scartata la prima ipotesi
La versione avrebbe anche trovato riscontro in alcune testimonianze, tanto da spingere gli inquirenti a scartare per il momento l’ipotesi di una morte accidentale, una caduta dalla finestra nel tentativo di aggiustare il cavo dell’antenna Tv.
Uno degli ultimi messaggi ad essere partito dal cellulare del 13enne è quello inviato alla sua fidanzatina. In quelle poche parole potrebbe esserci il suo addio.
Il commento della ministra Lamorgese
Sulla vicenda si è espressa anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese: “Stiamo facendo tutti gli accertamenti e le verifiche sui siti e sui messaggi, da cui trarre notizie”, ha detto la responsabile del Viminale nel suo intervento in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio.
“La polizia postale negli ultimi mesi ha controllato oltre 500mila siti web sospetti, sono state arrestate 236 persone e denunciate ottomila” ha detto a proposito della cybersicurezza.