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Giuseppe Lacarpia si suicida in carcere, nuovo post della figlia su Facebook: "Non è un festeggiamento"

La figlia di Giuseppe Lacarpia chiarisce la sua reazione su Facebook dopo il suicidio del padre: cosa ha scritto sui social

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

La reazione di Antonella, figlia di Giuseppe Lacarpia, alla notizia del suicidio del padre all’interno della sua cella nel carcere di Bari ha raggiunto una grande risonanza mediatica. Il femminicidio di Maria Arcangela Turturo si è consumato a Gravina di Puglia nella notte tra il 5 e il 6 ottobre. Il marito inizialmente aveva indicato la tragedia come un incidente, ma la donna aveva svelato la verità sul letto di morte. A incastrare Lacarpia era stato anche un video girato da alcuni testimoni: le immagini smontavano definitivamente la tesi dell’uomo, che alla fine si è tolto la vita.

La figlia di Giuseppe Lacarpia fa chiarezza sui social

Il 22 ottobre 2024 Antonella Lacarpia ha condiviso sul suo profilo Facebook la notizia del suicidio del padre, Giuseppe Lacarpia, in carcere con l’accusa di aver ucciso sua moglie Maria Arcangela Turturo a Gravina di Puglia nella notte tra il 5 e il 6 ottobre.

La figlia, in calce alla condivisone, aveva aggiunto sei emoji festose, un moto liberatorio dopo tanto dolore. “Tua madre si è fatta giustizia da sola, il karma torna indietro”, aveva commentato un contatto.

“Sono tutte le preghiere che abbiamo fatto a mamma”, aveva replicato la figlia di Maria Turturo. Infine, mercoledì 23 ottobre Antonella Lacarpia, probabilmente raggiunta dagli articoli che hanno ripreso la sua reazione social, è tornata sull’argomento.

Non è un festeggiamento. È giustizia per la mia mamma”, ha scritto per chiudere i conti con ogni illazione sul suo stato emotivo.

Il suicidio in carcere

Il 22 ottobre Giuseppe Lacarpia, 65 anni, si è suicidato presso il carcere di Bari. L’allarme è stato dato dai compagni di cella, che hanno trovato l’uomo impiccato al suo letto.

Pochi giorni prima Lacarpia aveva ottenuto il permesso di fare visita alla tomba della moglie, che lo ha indicato come responsabile dei fatti della notte tra il 5 e il 6 ottobre prima di esalare l’ultimo respiro.

Il femminicidio di Gravina di Puglia

Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre l’auto di Giuseppe Lacarpia si è schiantata con un muro a Gravina di Puglia e ha preso fuoco. Accanto a lui viaggiava sua moglie, Maria Arcangela Turturo. Nella sua versione, Lacarpia aveva raccontato che si era trattato di un incidente e che aveva tentato di soccorrere la moglie dopo averla estratta dalle lamiere in fiamme.

A sconfessare il suo racconto era stata la stessa Maria Turturo, che dal letto dell’ospedale aveva accusato il marito davanti alla figlia Antonella e a un poliziotto: “Voleva uccidermi con le fiamme”. Infine, tre testimoni hanno ripreso la scena: Lacarpia teneva ferma la moglie sull’asfalto premendo con forza sul suo petto.

Fonte foto: Facebook - Maria Turturo / ANSA

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