Maria Turturo morta a Gravina di Puglia, Giuseppe Lacarpia resta in carcere: decisivo il video del testimone
Giuseppe Turturo resta in carcere: contro di lui il video dell'omicidio della moglie Maria Turturo. Gli aggiornamenti sul femminicidio di Gravina
Giuseppe Lacarpia resta in carcere: per la Procura è il responsabile della morte della moglie Maria Turturo a Gravina di Puglia, con tutti i dettagli che delineano i contorni di un femminicidio. Lacarpia aveva parlato di incidente ma le dinamiche, le ultime parole della donna e la testimonianza di tre giovani che hanno assistito alla tragedia avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 ottobre sconfesserebbero questa ipotesi. Giovedì 10 ottobre il gip Valeria Isabella Valenzi ha confermato la custodia cautelare in carcere per il 65enne.
Giuseppe Lacarpia resta in carcere
Giovedì 10 ottobre il gip Valeria Isabella Valenzi ha confermato la custodia cautelare in carcere per Giuseppe Lacarpia, 65 anni, accusato di essere il responsabile della morte di Maria Arcangela Turturo, sua moglie. Per il giudice per le indagini preliminari non sussiste il pericolo di fuga che rappresenterebbe il motivo della reclusione di Lacarpia, ma l’uomo non lascerà l’istituto penitenziario.
Contro di lui diversi elementi: sua moglie, sul letto di ospedale, ha riferito alla figlia Antonella e alle forze dell’ordine presenti che suo marito avrebbe tentato di ucciderla.
Giuseppe Lacarpia resta in carcere con l’accusa di omicidio nei confronti della moglie Maria Arcangela Turturo a Gravina di Puglia. Il gip ha convalidato la custodia cautelare
L’elemento “più probante”, secondo il giudice, è rappresentato dal video girato da uno dei tre testimoni che nella notte tra il 5 e il 6 ottobre hanno assistito all’accaduto, documentandolo con un video.
A girare il video è stata una ragazza, e nelle immagini si vedrebbe Lacarpia aggredire la moglie dopo che la donna ha lasciato l’abitacolo in fiamme, un incendio – secondo le indiscrezioni – provocato dallo stesso 65enne per simulare un incidente.
Il video dell’orrore
Il video girato dalla ragazza in compagnia dei suoi amici, anch’essi testimoni, per il gip Valenzi rappresenterebbe “senza dubbio” l’indizio “più probante” che giustifica la disposizione della custodia cautelare in carcere per Giuseppe Lacarpia. Lo riporta la Gazzetta del Mezzogiorno.
Ricordiamo che Lacarpia ha raccontato di aver tentato un massaggio cardiaco sulla moglie, ma le immagini smentirebbero la sua versione. Nello specifico, i tre testimoni hanno incrociato l’auto in fiamme e avrebbero ripreso il momento in cui si vedrebbe Lacarpia salire addosso al corpo della donna ancora in vita, per poi tenere “ferme entrambe le braccia mentre esercita pressione sul torace della donna”.
Una manovra certamente diversa da un massaggio cardiaco. “Il massaggio cardiaco implica una compressione ritmica del torace”, precisa il gip.
L’incidente simulato
A sconfessare la versione dell’incidente fornita da Lacarpia c’è anche la testimonianza dei vigili del fuoco. Tuttavia, anche la sorella del killer ha riferito che il fratello aveva spesso reazioni eccessive e “l’aggressività negli occhi”. La stessa aggressività che aveva spesso esercitato sulla moglie, come riferito alla stampa dalla figlia Antonella.
Inoltre, la sorella di Lacarpia fa riferimenti a una tanica di benzina e un accendino rinvenuti all’interno dell’auto, elementi che proverebbero la natura tutt’altro che accidentale della morte di Maria Turturo.
Brevemente: la notte tra il 5 e il 6 ottobre Lacarpia avrebbe simulato un incidente in auto mentre viaggiava con la moglie. Dunque avrebbe tentato di ucciderla dando fuoco alla vettura. Maria Turturo sarebbe riuscita ad uscire dall’abitacolo per mettersi in salvo, ma Lacarpia sarebbe intervenuto per ucciderla.