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Giorgia Meloni infuriata per la nomina di Amato nel comitato sull'Intelligenza artificiale: qual è il motivo

Giorgia Meloni dice "no" a Giuliano Amato nel ruolo di presidente del comitato sull'IA. Il motivo? Forse si tratta di vendetta contro Forza Italia

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Il “no” di Giorgia Meloni alla nomina di Giuliano Amato nel comitato sull’Intelligenza artificiale arriva con 5 giorni di ritardo. C’è già chi parla di segnale o resa dei conti della premier nei confronti di Forza Italia. La notizia è stata condita, fin da subito, da aggettivi come “irritazione” o “furia” per descrivere i sentimenti della presidente del Consiglio in merito alla scelta presa dal sottosegretario alla Presidenza con delega all’editoria Alberto Barachini, un uomo di Mediaset e vicinissimo a Berlusconi.

Amato nel comitato per l’IA

Lo scorso 18 ottobre è stato formalizzato il nome di Giuliano Amato nel comitato sull’Intelligenza artificiale. Alla base del comitato c’è la necessità di “analizzare a fondo l’utilizzo, lo sviluppo e le ricadute dell’intelligenza artificiale nel settore editoriale e dell’informazione”, come ha detto Barachini.

A presidiare il comitato ci sarebbe proprio Giuliano Amato, voluto da Alberto Barachini, il sottosegretario con delega all’Informazione e all’editoria. Non uno qualunque, scrive la Repubblica, ricordando la sua vicinanza a Silvio Berlusconi e la lunga esperienza in Mediaset (20 anni) come giornalista. I primi lavori del comitato si sarebbero svolti martedì 24 ottobre, ma al momento è tutto fermo. Potrebbero esserci dei cambiamenti in vista, come per esempio lo stesso Amato.

barachiniFonte foto: ANSA
Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’editoria

Il “no” di Meloni ad Amato

La vicinanza di Barachini alla famiglia e all’azienda Berlusconi hanno subito trasformato il “no” di Giorgia Meloni (nei confronti della nomina di Amato) in un attacco contro Forza Italia. Che sia arrivata l’ora della vendetta? Secondo alcuni commentatori sì.

La prova, secondo la Repubblica, è nella tempistica. Infatti il “no” ad Amato arriva solo dopo le rivelazioni di Striscia la Notizia sui fuorionda di Andrea Giambruno, ex compagno della premier (ora nei guai con l’Ordine dei giornalisti). Prima di questi fatti, la scelta di Barachini era stata anticipata e non aveva ricevuto critiche o blocchi.

Altri segnali di tensione con Forza Italia

Se il “no” ad Amato (che sembra quindi essere più un “no” a Barachini) non basta, ci sarebbero altri indizi sul clima teso nella maggioranza. Un altro indizio potrebbe essere il blocco di un decreto di Gilberto Pichetto Fratin per la proroga del mercato tutelato per le famiglia, scomparso dalla manovra. Il blocco è arrivato da Raffaele Fitto, che vuole proseguire gli impegni assunti con l’Ue. Nulla di strano, se non fosse per i modi.

Diversi commentatori vedono nel brusco blocco una conferma dell’irritazione di FdI nei confronti di Forza Italia. Un gesto che non è stato preso bene e ha portato a far saltare l’accordo sulla prescrizione durante un vertice di maggioranza.

meloni-amato Fonte foto: IPA - ANSA
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