Conte smentisce la crisi di governo: la strategia per la Fase 3
Agire in fretta per l'economia del Paese, nonostante le frizioni nella maggioranza
Il premier Giuseppe Conte smentisce l’ipotesi di essere prossimo alla caduta a causa di conflitti interni alla maggioranza e un’opposizione sempre più agguerrita. “Non mi pare di essere accerchiato più di quanto lo fossi nella prima fase. In tutti questi mesi ho sentito dire in continuazione: Giuseppe Conte cade, Giuseppe Conte cade. Fa parte del gioco, ho imparato a non meravigliarmi. Ma come si vede e si vedrà, non è così“, ha dichiarato sulle pagine del Corriere della Sera.
Il presidente del Consiglio è stato duramente criticato, anche in casa, per l’idea degli Stati generali dell’economia, che dovranno far ripartire l’impianto del Paese. E anche per la gestione dei rapporti con l’Europa.
“La verità è che quando si arriva alla sostanza delle cose, asciugandole dalle polemiche, ci si rende conto che questa maggioranza è composta da partiti responsabili, che capiscono bene quali siano le priorità del Paese. Il clima è migliore di quello che sembra. E anche alcune perplessità del Pd sono rientrate”, ha spiegato al Corriere della Sera, smentendo le voci di una crisi non del tutto rientrata nell’esecutivo.
Giuseppe Conte ha replicato anche ai pettegolezzi su un conflitto diretto con Roberto Gualtieri, il ministro dell’Economia, relegato a un ruolo marginale nelle decisioni. “Come premier non scavalco nessuno. E Roberto Gualtieri ha sempre condiviso tutto con me e insieme a me”.
“Contavamo ogni giorno il numero dei contagi e dei morti, angosciati“. Ma nonostante le cattive notizie, le idee per il rilancio dell’economia dell’Italia non mancavano. D’altronde, Giuseppe Conte spiega di non riuscire “a lavorare senza una strategia. E quella sulla fase del dopovirus avevo cominciato a prepararla già durante l’emergenza”.
Le tempistiche tuttavia non sarebbero piaciute a maggioranza e opposizione. “Lo so quello che si dice. Ma non possiamo ritardare il confronto con imprenditori, sindacati, categorie. L’urgenza non nasce da un mio capriccio, ma dalla realtà che preme. Bisogna muoversi da subito. Sento dire che occorre farlo con calma. Ma quale calma? Ci prendiamo qualche giorno per coinvolgere appieno le forze di maggioranza, e lo facciamo. Poi chiamiamolo patto, chiamiamolo confronto. Ma non va rimandato“.
Giuseppe Conte ha poi parlato di uno scambio con Papa Francesco: “L’ho chiamato senza chiedergli niente. E lui il giorno dopo ha parlato appoggiando le misure che avevamo preso per proteggere la salute della popolazione“, cioè la sospensione delle celebrazioni religiose. Per questo il presidente del Consiglio lo ha voluto ringraziare per l’assist sulle pagine del Corriere della Sera.
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