Fase 2, rischio licenziamenti: il pericolo del Dl Rilancio
Rischio licenziamenti a tappeto per una falla temporale nel decreto varato dal governo
In principio fu il “Cura Italia“, in piena pandemia coronavirus. Ora invece, agli albori della fase 2 spazio al decreto “Rilancio“. Ma ci sarebbe una “falla” temporale nell’entrata in vigore del nuovo Dl che metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro invece che tutelarli. Infatti il divieto di licenziamento per motivi economici potrebbe non essere più tutelato proprio a causa di questo ritardo burocratico nella pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Come stanno le cose. Quando è scoppiata l’epidemia del Covid-19 con relativo lockdown imposto dal Governo, il decreto «Cura Italia» per 60 giorni impediva i “licenziamenti collettivi” e imponeva il divieto assoluto di licenziare i dipendenti per giustificato motivo oggettivo. Ora che entrerà in vigore, il decreto «Rilancio» c’è il prolungamento di altri tre mesi della disposizione, arrivando così a luglio.
Ma in teoria (si spera non in pratica), finché il decreto Rilancio non verrà firmato dalla Ragioneria di Stato, controfirmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, chi vuole potrà attuare di nuovo i licenziamenti per motivi economici. Da ieri, le imprese, a prescindere dalle ragioni etiche e solidali, possono inviare le lettere di espulsione dal posto senza incorrere in nessuna sanzione. Dovrà essere poi il lavoratore a impugnare il licenziamento.
Dal Governo si sono affrettati a chiarire che aggiungendo appunto la dicitura “per cinque mesi”, si fa data a partire dal 18 marzo, sanando perciò il vuoto che è stato creato dai ritardi di pubblicazione in Gazzetta ufficiale. “Nelle prossime ore andrà in Gazzetta Ufficiale e diventerà legge”, ha assicurato il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Inca.
Le opposizioni però non ci stanno. “Il cortocircuito nel governo sarà causa ulteriore incertezza” sostiene il capogruppo di Forza Italia alla Camera Maria Stella Gelmini. Sulla stessa lunghezza d’onda Fratelli d’Italia mentre la Lega attacca frontalmente: “Questi ritardi e questa apparente follia sottendono un cinico calcolo: quello di impedire con ritardi e farraginosità normative l’accesso alla “potenza di fuoco” millantata nelle tante conferenze stampa”.