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Eriksen sarà operato al cuore: cosa ha detto dopo il risveglio

Al centrocampista di Danimarca e Inter sarà impiantato un defibrillatore sottocutaneo per evitare altri arresti cardiaci

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Christian Eriksen subirà un’operazione al cuore tramite la quale gli verrà impiantato un defibrillatore. Lo ha scritto la Federazione di calcio danese sul suo profilo Twitter, comunicando che il centrocampista della nazionale, protagonista di un arresto cardiaco in campo durante la partita dell’Europeo contro la Finlandia, ha dato il suo consenso.

Eriksen sarà operato al cuore: gli verrà impiantato un defibrillatore

“Christian – ha scritto la Federcalcio danese – ha accettato la soluzione ed è stata inoltre confermata da specialisti a livello nazionale e internazionale che consigliano tutti lo stesso trattamento“.

Come riportato da Repubblica, al calciatore di Danimarca e Inter verrà impiantato un defibrillatore sottocutaneo (ICD) sotto l’ascella sinistra per mandare impulsi al cuore in caso di crisi, di aritmia o di un nuovo arresto.

Non è la prima volta che viene adottata una soluzione del genere nel mondo del calcio. Lo stesso dispositivo è utilizzato dall’olandese Daley Blind, ex compagno di squadra di Eriksen all’Ajax, per poter continuare a giocare.

Eriksen, le prime parole dopo il risveglio: il racconto

Nei primi attimi del risveglio dopo l’arresto cardiaco di sabato scorso, al 43esimo di Danimarca-Finlandia, Eriksen avrebbe detto: “Dannazione, ho solo 29 anni“. Lo ha raccontato il dottor Jens Kleinefeld, anestesista e docente universitario a Solingen, ha raccontato le prime parole del giocatore dopo aver ripreso conoscenza.

“Mi senti? Sei qui?” E Chris rispose subito: “Sì”. È la testimonianza del medico, esperto di rianimazione e primo soccorso, che ha aggiunto: “Eriksen si è svegliato subito dopo la prima scossa, saranno trascorsi non più di trenta secondi ed è stato un momento molto emozionante. Non dimenticherò mai la prima fase che lui ha pronunciato, dopo avermi detto quel ‘sì'”.

“Una cosa molto toccante, ma di più importantissima per me in quanto medico: il segnale che il giocatore era perfettamente in sé e che il suo cervello non aveva subito danni” ha sottolineato Kleinefeld

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