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Emanuela Orlandi e gli audio con le urla di dolore, il fratello divulga una cassetta: "Basta, fa male"

Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, ha ritrovato un audio che conterrebbe le presunte urla della sorella mentre viene sottoposta a torture

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Le strazianti urla di una ragazza registrata mentre viene sottoposta a torture, che potrebbero essere attribuite a Emanuela Orlandi. Sarebbe il contenuto dell’audio ritrovato dal fratello della 15enne vaticana scomparsa 41 anni fa e pubblicato su sua concessione da Il Fatto Quotidiano. “Fa male. Basta, mi sento male”, si sente tra gli atroci lamenti della voce femminile, probabilmente imbavagliata, riprodotta dal nastro.

L’audio

L’audiocassetta, trasmessa dal programma Chi l’ha visto? e rilanciata da Il Fatto Quotidiano, era stata spedita il 17 luglio del 1983 alla sede dell’Agenzia Ansa di via della Dataria, a Roma, a meno di un mese dalla scomparsa di Emanuela Orlandi (22 giugno) e quattro giorni dopo dal ritrovamento di un altro nastro, lasciato dai presunti rapitori sotto il colonnato di Piazza San Pietro e prelevato dai funzionari vaticani.

Si tratta di una registrazione passata già al vaglio dei servizi segreti dell’epoca e di cui esisterebbero diverse trascrizioni.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela scomparsa in Vaticano

Le presunte urla di Emanuela Orlandi

Il lato A dell’audiocassetta riporta il contenuto già noto di voci maschili che chiedono la liberazione dell’attentatore del Papa, Alì Agca, in cambio di Emanuela Orlandi.

Sul lato B dello stesso supporto, invece, la registrazione recuperata e diffusa da Pietro Orlandi, di quella che potrebbe essere la sorella, mentre subisce terribili violenze e torture.

“Dio, perché?”, è una delle frasi ripetute tra atroci sofferenze da quella voce in cui il padre di Emanuela, Ercole, avrebbe sempre avuto l’impressione di riconoscere quella di sua figlia, in particolare nel passaggio in cui si sente dire: “Per favore, mi lasci dormire adesso?”.

I verbali del Sismi

Secondo quanto riportato da il Fatto Quotidiano, dell’audio ci sarebbero due versioni diverse tra loro. Quella ritrovata da Pietro Orlandi nel 2016 e oggi da lui concessa, insieme ad altri audio inediti sulla scomparsa di Emanuela, sarebbe soltanto una parte della versione originale e potrebbe essere la registrazione di una registrazione con dei passaggi tagliati ad hoc.

Dalle ricerche tra i documenti dell’epoca da parte di Pietro Orlandi, emergerebbero verbali del Sismi nei quali sarebbe stato messo annotato che la voce della ragazza torturata “corrisponde a quella di Emanuela“.

Gli agenti dell’intelligence che in quei giorni del 1983 analizzarono quel nastro, inoltre, scrissero in un rapporto che la persona registrata era “sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente”.

Fonte foto: ANSA

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