Efficacia dei vaccini contro Omicron, quanto proteggono dopo seconda e terza dose: cosa ha detto Fauci
Le analisi e le ricerche sui vaccini Moderna, Pfizer dopo la seconda e dopo la terza dose sull'efficacia contro Omicron
L’impennata di contagi determinata dalla diffusione della variante Omicron in Italia, cioè in un Paese nel quale la quota di vaccinati è all’85% circa, ha reso ormai chiara la necessità di riconsiderare l’efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione da Covid veicolata dal nuovo ceppo.
Gli studi sono ancora in una fase preliminare, ma di certo non scarseggiano. Eccone alcuni sull’efficacia dei vaccini contro Omicron dopo la seconda e la terza dose e le conclusioni, peraltro convergenti, alle quali sono pervenuti.
Efficacia Pfizer contro Omicron, lo studio su Nature Medicine sulla terza dose
Uno studio portato avanti dall’università di Colonia, insieme ad altri atenei tedeschi, ha preso in considerazione l’attività neutralizzante (quindi l’efficacia) del vaccino Comirnaty, di Pfizer-BioNTech nei confronti della variante Omicron.
In particolare, l’analisi è stata condotta su vaccinati con la seconda dose a 5 mesi dal richiamo e su un gruppo di persone a 1 mese di distanza dall’aver ricevuto la terza dose o dose booster.
La ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista medica Nature Medicine, che ospita articoli, recensioni, notizie e commenti in ambito biomedico, non è stata sottoposta al processo di peer review.
Significa che ancora non è stata esaminata da uno o più membri della comunità scientifica, con competenze simili a quelle degli estensori della ricerca. Lo scopo della peer review è di garantire una forma di autoregolamentazione di un ambito professionale da parte degli stessi addetti ai lavori.
Cosa dice lo studio? Sulla base delle evidenze raccolte da chi lo ha firmato, in un arco temporale pari a 5 mesi l’attività neutralizzante contro il virus del vaccino Pfizer risulta diminuita da 546 a 139 e contro Omicron mostrava una neutralizzazione rilevabile solo il 30-37% dei campioni raccolti.
Con il booster, tuttavia, l’attività neutralizzante per Omicron è risultata accresciuta di oltre 100 volte, toccando quota 1.195 nell’indicatore di misurazione adoperato dagli estensori dell’analisi.
Efficacia Pfizer contro nuova variante, cosa dicono gli esperti
“I soggetti con tre dosi di vaccino a mRna mostrano una resistenza da 30 fino a oltre 100 volte superiore rispetto a chi non ha fatto anche il richiamo”, ha spiegato a La Repubblica, Filippo Drago, professore ordinario di farmacologia dell’Università di Catania, commentando le risultanze della ricerca sull’efficacia del preparato Pfizer contro la nuova variante.
Sempre al quotidiano, Carlo Federico Perno, direttore di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, aggiunge che, quando si ha a che fare con Omicron, è più una questione di “quantità”, invece che di “qualità” degli anticorpi: “Sappiamo che due dosi non bastano e servono più anticorpi per proteggerci – conclude – un motivo in più per fare al più presto la terza dose senza indugi”.
Efficacia Moderna e contro Omicron, cosa dice lo studio di Colonia. Quanto protegge Astrazeneca
Lo scritto apparso su Nature Medicine non ha preso in considerazione l’efficacia di Moderna contro Omicron, ma, per gli esperti, Spikevax è assimilabile al vaccino di Pfizer. Astrazeneca sembrerebbe addirittura più efficace contro Omicron, anche se in una misura non paragonabile a alla dose booster.
Protezione contro Omicron, gli studi dal Sudafrica: l’efficacia del “booster”
A dicembre sono arrivati i risultati delle osservazioni di alcuni scienziati del Sudafrica sulla protezione dei preparati contro Omicron, paese dove la variante Omicron si è diffusa anticipatamente.
Secondo quanto rilevato dagli esperti, l’efficacia di due dosi del vaccino Pfizer-BioNTech contro la malattia severa e l’ospedalizzazione sarebbe pur sempre al 70% contro Omicron (contro il precedente 95% nei confronti di Delta).
La protezione dall’infezione risulterebbe invece diminuita contro Omicron, dall’80% di settembre al 33% osservato durante l’ondata provocata dalla diffusione del nuovo ceppo. Gli autori dello studio hanno però anche osservato che la dose booster garantisce una maggiore protezione dall’infezione rispetto al ciclo completo.
Studi su Omicron, quanto proteggono i preparati: la conferenza dell’OMS
Non soltanto in Sudafrica e su Nature Medicine, mentre la nuova variante si diffonde nel mondo si accumulano gli studi riguardanti l’efficacia dei vaccini su Omicron.
Mercoledì 15 dicembre, ad esempio, a un meeting promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono stati presentati diverse ricerche, grosso modo concordi nel suggerire che le cellule T dei vaccinati possono prevenire le infezioni, le ospedalizzazioni e i decessi legati alla variante Omicron.
Le cellule T non sono la stessa cosa degli anticorpi, che rappresentano la prima difesa contro il virus, ma svolgono comunque un ruolo decisivo nella risposta immunitaria.
Questo sarebbe vero in particolare nel caso dei vaccini a mRNA, come appunto quelli di Pfizer-BioNTech e di Moderna. Grazie alla terza dose, gli anticorpi toccherebbero nuovamente un livello abbastanza alto da offrire una forte protezione contro l’infezione.
Fauci su Omicron, il parere dell’esperto sui vaccini e lo studio del NIH
Sempre mercoledì 15 dicembre, Anthony Fauci, il principale consigliere del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sull’emergenza coronavirus, ha presentato i risultati di un’analisi preliminare della National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIH), istituto che presiede, sull’efficacia del vaccino Moderna.
Moderna terza dose, quanto protegge secondo Fauci
Fauci ha sostenuto che, anche nel caso di Spikevax, il vaccino di Moderna, la risposta degli anticorpi alla variante Omicron è “trascurabile”, ma non se si riceve la terza dose. Quelle a cui ha fatto riferimento il “top adviser” della Casa Bianca sono osservazioni preliminari del comportamento delle cellule condotte in laboratorio.
Più nel dettaglio, gli scienziati del NIH hanno prelevato due tipi di siero: da chi ha ricevuto due dosi del vaccino Moderna e da chi ne ha ricevute tre, miscelando entrambe le tipologie con “pseudovirus” ingegnerizzati per trasportare le proteine di superficie di Omicron.
In questo esperimento, le cellule di chi ha ricevuto la terza dose erano a un livello abbastanza alto da bloccare lo “pseudovirus”.
Per Fauci “il messaggio rimane chiaro: se non sei vaccinato fatti vaccinare, se sei vaccinato con due dosi, fai la tua dose booster”.
Terza dose vaccino, lo studio italiano dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie
Molto recente (è datato al 27 dicembre), seppur non sottoposto al processo di peer review, è uno studio dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie sull’efficacia della terza dose di vaccino. I ricercatori dell’Istituto zooprofilattico sono stati i primi ad aver isolato il virus della variante Omicron in Italia.
Il test ha adoperato i sieri dei soggetti con 2 e 3 dosi, un po’ come ha fatto il personale del NIH americano, per poi combinarli al virus della variante per saggiare l’efficacia dei preparati.
“Nonostante la protezione indotta dalle due dosi degli attuali vaccini sia notevolmente ridotta nei confronti della variante Omicron, la terza dose contribuisce ad un rialzo significativo degli anticorpi neutralizzanti, garantendo livelli di protezione soddisfacenti”. Sono state le parole riportate da Padova Oggi di Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico.
Sempre al quotidiano online, il dottor Francesco Bonfante, ricercatore responsabile di un gruppo di ricerca di virologia ha dichiarato: “Abbiamo verificato la presenza di anticorpi neutralizzanti per l’Omicron prima e dopo la terza dose di vaccino. Prima della dose booster solo il 5% erano protetti, dopo il 75%”.
“Per la protezione da malattia grave (intubati in ospedale) da Omicron la soglia di anticorpi neutralizzanti necessari è bassa, quindi, con la terza dose, il 93% dei vaccinati è protetto e con quantità di anticorpi alta”, ha continuato l’esperto.
“La terza dose è assolutamente necessaria, e tra 5-6 mesi, quando i vaccini saranno aggiornati, saremo ancora più tranquilli. La prossima dose (l’esperto parla della quarta, ndr), tra qualche mese, sarà pienamente protettiva per Omicron”.