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Draghi ora tocca gli stipendi a causa dell'inflazione: tre misure sul tavolo tra Governo e parti sociali

Il Governo sta valutando come trovare una soluzione al caro vita che sta interessando i lavoratori italiani: l'inflazione è arrivata a livelli record

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Gli stipendi in Italia sono ai minimi storici. Il nostro è l’unico Paese Ocse in cui in tre decenni non solo non sono aumentati i salari, ma sono addirittura diminuiti. E in questo momento di inflazione galoppante, gli italiani, specie i più giovani, stanno avvertendo sulla propria pelle quanto sia difficile arrivare a fine mese.

Il Governo dovrebbe presto intervenire con nuovi bonus contro il caro vita, ma non è detto che non arrivino misure più importanti già intorno alla metà del mese, dopo che Mario Draghi avrà incontrato le parti sociali.

Così l’Esecutivo potrebbe mettere mano ai redditi da lavoro, con soluzioni temporanee o addirittura strutturali, per permettere ai lavoratori di tirare un sospiro di sollievo.

Taglio del cuneo fiscale: cos’è e quando potrebbe arrivare

Non è chiaro su cosa si accorderanno il premier, i sindacati e le imprese. Ma la strada più probabile da percorrere sembra quella del taglio del cuneo fiscale.

Il cuneo fiscale è la differenza tra salario lordo e salario netto, cioè spogliato dalle tasse. Tutti i partiti sembrano d’accordo sul suo ridimensionamento.

Il centrosinistra sembrerebbe più propenso ad agevolare i soli lavoratori, mentre al centrodestra piovono proposte anche per tutelare le imprese.

Draghi ora tocca gli stipendi a causa dell'inflazione: tre misure sul tavolo tra Governo e parti socialiFonte foto: ANSA
Il presidente del Consiglio Mario Draghi durante una conferenza stampa.

Di certo c’è che prima di agire vanno trovate le risorse per una simile misura, e con il tempo che stringe e l’estate alle porte, è possibile che se ne parli direttamente in autunno, inserendo un punto nella prossima manovra.

I sindacati propongo di prendere i fondi dalla tassazione delle rendite finanziarie. Il Governo sta invece pensando a una nuova morsa contro l’evasione fiscale per recuperare parte dei miliardi necessari al taglio del nucleo fiscale.

Perché il salario minimo non risolverebbe il nodo inflazione

Una delle alternative potrebbe essere quella di procedere con il salario minimo, considerando che l’Italia è tra i pochi Paesi Ue in cui non esiste una legge in questo senso.

I tempi di istituzione e introduzione della misura però sarebbero particolarmente lunghi, considerando anche le tante resistenze all’interno dei partiti.

Non si tratterebbe dunque di una soluzione praticabile nell’immediato per fare fronte all’inflazione e alla crisi che stiamo vivendo oggi.

Il Ministero del Lavoro sta valutando anche la possibilità di obbligare i datori di lavoro ad applicare il contratto migliore del settore, dove presente, ai dipendenti.

Una sorta di salario minimo “all’italiana” che eviterebbe lunghi iter legislativi e burocratici, senza causare particolari malumori tra le imprese.

Con la scala mobile, il pericolo sarebbe la spirale inflazionistica

La terza strada appare invece quella della scala mobile, introdotta in Italia nel Dopoguerra e di cui si torna a parlare a 30 anni dalla sua abrogazione.

Quando era in vigore, imponeva il ricalcolo delle retribuzioni in base al variare dei prezzi di beni e servizi primari di un paniere. In questo modo gli stipendi venivano adeguati al costo della vita.

L’aumento dei prezzi dei prodotti prevede dunque un aumento dei salari. Che tuttavia sono costi che le imprese devono sostenere e in cui devono rientrare, aumentando ulteriormente i prezzi per i consumatori.

Si innesca così una spirale inflazionistica, un circolo vizioso di aumenti che non riescono a pareggiarsi. Anche se non tutti gli analisti sono convinti che oggi si concretizzerebbe questo scenario.

Il potere di acquisto degli italiani e il margine di guadagno delle aziende hanno accumulato negli anni un divario che è cresciuto in maniera esponenziale, e anche la scala mobile, oggi, potrebbe essere una soluzione.

Di certo c’è che nel nostro Paese è diventato sempre più difficile fare la spesa a causa dell’inflazione, con i lavoratori più giovani e le famiglie che stanno attraversando una crisi nera. Da risolvere solo con l’intervento dello Stato.

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