Riaperture, vaccini e caso Astrazeneca: la conferenza di Draghi
Le dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato un incontro con i giornalisti presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Tra i temi “caldi” della conferenza stampa spiccano il piano vaccinale italiano alla luce del caso Astrazeneca, la crisi economica e le riaperture.
Le dichiarazioni in conferenza stampa di Mario Draghi
In conferenza stampa, in riferimento al piano vaccini, Mario Draghi ha detto: “Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili? Questo è il primo messaggio che vorrei mandare”.
Il premier ha poi aggiunto sulla campagna vaccinale: “La disponibilità dei vaccini non è calata. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti. Le dosi di aprile bastano a vaccinare tutta la popolazione over 80 e gran parte della popolazione over 75. È venuto il momento di prendere decisioni sulle fasce di età per le vaccinazioni. Questo è al centro delle riaperture. Se riduciamo il rischio di morte nelle classi più esposte al rischio è chiaro che si riapre con più tranquillità”.
Sulle riaperture, Draghi ha anche detto: “Ho visto Salvini e i presidenti delle Regioni, dell’Anci e delle Province. Ho visto anche Bersani stamattina. Un po’ tutti chiedono riaperture, è normale. La miglior forma di sostegno per l’economia non sono i sostegni del governo, ma le riaperture. Sono consapevole del bisogno e, a volte, della disperazione, anche se la violenza va sempre condannata. Io voglio vedere le riaperture, ma riaperture in sicurezza. L’obiettivo è dare ai ragazzi almeno un mese di scuola piena. Le prossime settimane devono essere di riapertura, ma riapertura in sicurezza. Quanto più velocemente procederanno le vaccinazioni, tanto più celermente si potrà riaprire. Parlo di vaccinazioni di categorie a rischio. Non ho una data per le riaperture, dipende dall’andamento dei contagi e da altri dati, incluso l’andamento delle vaccinazioni delle fasce a rischio. Il ministro Garavaglia ha indicato il 2 giugno come data di ripartenza per il turismo? Speriamo, magari anche prima chi lo sa! È importante prepararsi alla stagione turistica”.
Ancora Draghi: “Io sono molto ottimista sull’andamento del programma vaccinale e sul clima di cooperazione tra Regioni e Stato. Il generale Figliuolo è molto attivo. Sono complessivamente rassicurato dagli sviluppi. Ci sono molte diversità tra Regioni e anche questo influenzerà le riaperture”.
Il presidente del Consiglio ha anche detto: “Non si possono addossare le responsabilità da una parte sola nel dialogo complesso tra Stato e Regioni. Ora è chiaro che vaccinare le persone più esposte a rischio è dovere e interesse delle Regioni, perché potranno riaprire prima in sicurezza. Ci sarà una direttiva del generale Figliuolo, ma credo di essere già stato molto chiaro su questo obiettivo. Il generale Figliuolo mi ha ribadito che l’obiettivo resta quello delle 500 mila vaccinazioni quotidiane“.
Parlando ancora di responsabilità, Draghi ha definito “leggera” la campagna contrattuale per le dosi di vaccini. E ha aggiunto: “Dovremo continuare a vaccinarci negli anni a venire e ci saranno nuove gare, ma vi assicuro che i contratti saranno fatti meglio. Ci sono state anche delle defaillance da parte delle aziende, come Astrazeneca”.
Sempre sul caso Astrazeneca, il premier ha affermato: “Il crollo di fiducia in Astrazeneca si vede meno di quanto ci si potesse aspettare. Noi continuiamo a dare un messaggio rassicurante, con grande serietà, partecipazione e comprensione. Io mi sono vaccinato con Astrazeneca e mia moglie anche“.
Mario Draghi ha parlato anche del vaccino Sputnik: “Sappiamo che le capacità produttive sono molto limitate. Se le consegne saranno rispettate, l’Italia ha tutti i vaccini che servono per quest’anno. Bisogna poi vedere se lo Sputnik si presta a essere adattato alle varianti. La scelta è complessa, ma non c’è una proibizione”.
Nel corso della conferenza stampa, il premier ha risposto anche a una domanda sulla digitalizzazione dell’Italia: “L’anno che ci ha preceduto è un anno di depressione. La digitalizzazione sarebbe stata l’unica via d’uscita. Non avere a disposizione i meccanismi di base per farlo è una fonte di grande frustrazione”.
In difesa del ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente del Consiglio ha confidato: “A Salvini ho detto che ho voluto io il ministro Speranza e che ho molta stima di lui”.