Di Mare contro Berlinguer: le accuse del direttore di Rai 3
Il direttore di Rai 3 rimprovera la conduttrice di Cartabianca per le parole rilasciate a Striscia la Notizia sul caso di Mauro Corona
Il direttore di Rai3 Franco Di Mare in commissione di Vigilanza Rai ha preso le distanze da alcune interviste rilasciate dalla giornalista Bianca Berlinguer, conduttrice della trasmissione “Cartabianca”, in particolare a Striscia la Notizia anche in merito all’esclusione dal programma dello scrittore Mauro Corona. Lo riporta Ansa.
Di Mare contro Berlinguer: le dichiarazioni sul caso Mauro Corona
“La signora Berlinguer è stata più volte invitata da me a non rilasciare più dichiarazioni, in base anche alle indicazioni del codice interno, e non ha ascoltato: sono fortemente aziendalista e sono sicuro che i vertici sapranno cosa indicare alla signora Berlinguer sulla questione delle interviste”.
Il riferimento del direttore Di Mare è proprio alle parole dette dalla Berlinguer ricevendo il tapiro dall’inviato Valerio Staffelli per il programma di Antonio Ricci su Canale 5.
La giornalista ha infatti commentato la scelta dei vertici della rete di escludere dal suo programma lo scrittore Mauro Corona, dopo gli insulti di quest’ultimo rivolti in diretta alla conduttrice.
“Questa decisione è stata presa senza il mio consenso – ha detto Berlinguer – Franco Di Mare ha tirato in ballo l’onore di tutte le donne senza però considerare il mio e alla fine, una questione che avrebbe dovuto gestire una donna, la sottoscritta, è diventato un diverbio tra due uomini. Con Di Mare ci ho parlato solo il giorno dopo l’episodio incriminato e mi ha detto che Corona non avrebbe mai più messo piede in trasmissione, nonostante io non fossi d’accordo. Peccato, perché oltre a me anche tanti nostri telespettatori lo rivorrebbero.”
Intervista che ha provocato la reazione di Franco Di Mare: “In generale trovo indecente che un dirigente venga attaccato in questo modo, evidentemente è nel destino dei direttori”. Peraltro, ha ricordato, “le interviste vanno autorizzate da parte dell’azienda, dei vertici”.
Di Mare ha rivendicato la scelta di allontanare Mauro Corona dopo l’episodio nel quale ha attaccato in collegamento tv così la giornalista: “La mando in malore e me ne vado. Adesso lei stia zitta. Stia zitta una buona volta, gallina. La sua trasmissione da stasera se la conduce da sola, gallina” aveva detto lo scrittore.
“La violenza fisica di genere – ha spiegato Di Mare – nasce da quella psicologica e verbale: 2,1 milioni di donne secondo l’Istat vengono vessate quotidianamente da fidanzati e mariti. Corona era già stato sospeso una volta, non solo per le parole incontinenti, ma anche per i comportamenti aggressivi, beveva in diretta, faceva pubblicità in diretta. E questo non è consentito.”
Caso Morra, Di Mare: “Non è censura”
Il direttore di Rai 3 è tornato anche sulle accuse di censura nei confronti del senatore M5s Nicola Morra, dopo che il ritiro dell’invito alla trasmissione “Titolo V” sembrava legato alle parole del parlamentare contro la defunta governatrice calabra Jole Santelli.
In commissione di Vigilanza Di Mare ha invece spiegato che “è stata una scelta editoriale legata all’impossibilità di avere un contrappeso, un contraddittorio in studio”, “non c’è stata censura, concetto che non appartiene alla mia vita professionale.”
Inoltre la decisione “è stata condivisa con l’ad Fabrizio Salini: le scuse – ha detto – erano dovute alle modalità inaccettabili con cui Morra è stato invitato a tornare indietro mentre era già seduto, con il microfono. Rivendico di avere chiesto scusa, non sono modalità degne.”
Sul caso, Di Mare però ha dato la sua versione dei fatti: “Avevamo invitato Morra non pochi minuti prima, non il giorno stesso, ma tre giorni prima a parlare di Calabria. A poche ore dalla messa in onda, Morra aveva rilasciato dichiarazioni che avevano suscitato la riprovazione generale, lo stesso M5s aveva stigmatizzato le sue parole: a quel punto, visto il complicatissimo meccanismo del programma, avremmo dovuto sfasciarlo senza avere la possibilità materiale di gestire una cosa del genere.”
“Non c’era possibilità né di evitare a Morra la gogna mediatica, né di assicurare un equilibrio, un contraddittorio politico né della società civile – ha detto Di Mare – penso ai 4,5 milioni di malati di cancro che si sono sentiti offesi dalle sue parole”.