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Dal Reddito di Cittadinanza all'assegno di inclusione: come funziona e chi lo perde se rifiuta un lavoro

Il reddito di cittadinanza cesserà di esistere per come lo abbiamo conosciuto: tutte le novità

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Il Reddito di Cittadinanza cambia pelle e, come è noto, non esisterà più per come è stato pensato inizialmente. Dalla fine del 2023 ci sarà un drastico cambio di rotta con l’inserimento dell’Assegno d’inclusione, che potrà essere ottenuto da nuclei familiari con disabili, minorenni od over 60. Il beneficio è fino a 6mila euro all’anno, 500 euro al mese, a cui va accorpato un contributo affitto – per locazioni regolari – fino a 3.360 euro all’anno, pari a 280 al mese.

Beneficio: come lo si perde

Stretta sul sussidio per i cosiddetti ‘occupabili’: questo è ciò che è stato stabilito nel decreto lavoro 2023 approvato l’1 maggio dal Consiglio dei ministri.

Per i soggetti occupabili, vale a dire coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come ‘fragili’, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente: a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale; a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio”.

Le sanzioni

“Per evitare il godimento irregolare del beneficio – si legge nel decreto -, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), dell’INPS, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale. Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80 per cento di quello riconosciuto ai datori di lavoro”.

Come funziona il percorso di formazione

“Ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta – si legge sempre nella nota -, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive”.

“Tra tali misure – prosegue il decreto lavoro – rientra anche il servizio civile universale, per accedere al quale sono previste deroghe ai limiti di età e quote di riserva nei relativi bandi”.

E ancora: “Al fine di beneficiare dello strumento, i soggetti interessati dovranno registrarsi su una piattaforma informatica nazionale, rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, rispondere a determinati requisiti e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato, a seguito del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in specifici progetti di formazione”.

“Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili”, si legge a conclusione della nota.

Fonte foto: ANSA

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