Covid, ecatombe in India: dati drammatici, cosa sta succedendo
Covid, in India la situazione è tragica: morte migliaia di persone nelle ultime ore
Ecatombe in India, dove la diffusione del Covid continua a viaggiare a ritmi vorticosi. Il Paese ha registrato un nuovo record, stavolta sul fronte di morti giornalieri che sono stati 3.689 nelle ultime 24 ore. I contagi, ieri sono stati 392.488. Il giorno precedente si è persino sfondata la soglia di 400mila. Nessuno Stato al mondo ha mai raggiunto simili picchi.
A oggi l’India è il quarto Paese con il maggior numero di morti in termini assoluti dall’inizio della pandemia, con 215mila vittime, dietro a Stati Uniti, Brasile e Messico.
Sabato 1 maggio l’India ha iniziato la campagna di vaccinazione per l’intera popolazione maggiorenne. Il problema è che non ci sono abbastanza vaccini. A denunciare il fatto sono molti Stati.
Per provare ad arginare il boom di contagi, la capitale New Delhi ha procrastinato il lockdown per un’altra settimana. Ma la situazione resta tragica. Per il momento, poco più del 2% dell′1,3 miliardi di persone presenti in India è stato immunizzato, completando il ciclo vaccinale.
Secondo i dati diffusi dal governo, quasi 13,3 milioni di indiani hanno presentato domanda di vaccinazione nel primo giorno di apertura delle registrazioni. Tuttavia, come sopradetto, diversi Stati hanno reso noto di non avere a disposizione le dosi per le inoculazioni.
Anthony Fauci, infettivologo statunitense e consulente strategico della Casa Bianca per la Sanità, ha spiegato che l’India dovrebbe attuare un rigoroso lockdown per combattere la situazione epidemiologica “disperata”. L’esperto ha paragonato il caso indiano ad una “guerra” vera e propria. “Il nemico è il virus” da combattere “come in tempo di guerra perché è un’emergenza”. “Una delle cose che vanno considerate – ha aggiunto Fauci – è chiuderla temporaneamente, ma intendo chiuderla letteralmente”.
In tale contesto, l’ad del Serum Institute of India, Adar Poonawalla, ha reso noto di aver preso la decisione di tagliare il prezzo del suo vaccino Covishield, la versione indiana di Astrazeneca, nella vendita agli Stati. Nella fattispecie una dose non costerà più 400 rupie, ma 300, secondo quanto riferisce The Indian Express. Definendolo “un gesto filantropico” da parte dell’Istituto, Poonawalla è stato riportato che la decisione “salverà migliaia di milioni di milioni di fondi statali in futuro”. “Questo consentirà più vaccinazioni e salverà innumerevoli vite”, informano sempre dall’India.
Luca Lo Presti, presidente e fondatore della Fondazione Pangea Onlus, intervistato da Rai News, ha espresso ulteriore preoccupazione per quel che sta accadendo nel Paese asiatico, ricordando che in India non è mai stato fatto un censimento completo e che quindi i dati ufficiali relativi a contagi e morti potrebbe non corrispondere ai numeri reali, che potrebbero essere ancor più drammatici di quelli diffusi.