Covid, i dubbi di Gimbe sul piano vaccinale. L'allarme sulle dosi
Fondazione Gimbe lancia l'allarme sul piano vaccinale italiano: le dosi certe al momento sono solo 32 milioni
Il piano vaccinale contro il Covid-19 messo a punto dal ministero della Salute prevede accordi con le aziende per oltre 202 milioni di dosi. Al momento però, secondo quanto sottolinea la Fondazione Gimbe nel suo consueto monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia, le dosi certe sono solo poco più di 10 milioni entro marzo 2021 e 22,8 milioni entro giugno.
Covid, i dubbi di Gimbe sul piano vaccinale. L’allarme sulle dosi
Allo stato attuale, secondo il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, “è possibile solo fare previsioni di massima rispetto al raggiungimento di una copertura vaccinale del 60-70% della popolazione”.
Oltre al vaccino Pfizer-BioNtech, già approvato, e a quello di Moderna, che dovrebbe avere il via libera il 6 gennaio, nel conto delle dosi previste dal piano vaccinale italiano ci sono diversi vaccini ancora in fase di sviluppo.
A partire da quelli più prossimi ad ottenere l’autorizzazione, AstraZeneca e Johnson and Johnson, che sono in fase di rolling review. C’è poi quello di Curevac, per cui è stato arruolato il primo paziente per lo studio di fase 3 il 14 dicembre, e quello di Sanofi-GSK, che ha già comunicato lo slittamento della consegna delle dosi al 2022.
“Prima che gli accordi preliminari di acquisto si concretizzino in forniture, bisognerà attendere il completamento degli studi clinici in corso – rileva la Fondazione -, la presentazione della documentazione completa all’Agenzia europea del farmaco (Ema) da parte delle aziende produttrici e la successiva l’autorizzazione in condizioni di emergenza”.
Covid, la previsione di Cartabellotta
Per Cartabellotta sono i due fattori che influenzeranno nei prossimi mesi l’evoluzione della pandemia in Italia: l’avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante inglese, su cui non si hanno ancora dati certi su una sua eventuale maggiore mortalità o impatto sui vaccini.
“Considerato che le risposte a questi interrogativi non arriveranno tutte in tempi brevi – conclude Cartabellotta – occorre rivalutare complessivamente il piano di gestione pandemica, rafforzando ulteriormente le misure di contenimento dell’epidemia, incluso il tracciamento dei casi positivi alla nuova variante”.