Covid, chi rischia di più e perché? C'è una "cattiva notizia". La spiegazione della biologa Gallavotti
La biologa Barbara Gallavotti ha spiegato nella trasmissione DiMartedì perché le persone obese hanno un rischio maggiore di avere Covid grave
Nel corso della puntata di ‘DiMartedì’ in onda su ‘La 7’ nella serata del 14 dicembre, è stato spiegato perché le persone obese hanno un rischio maggiore di avere una forma grave di Covid-19. A spiegarlo, nello specifico, è stata la biologa Barbara Gallavotti, ospite della trasmissione condotta da Giovanni Floris.
Covid e obesità: le parole di Giovanni Floris
Il conduttore Giovanni Floris ha detto rivolto proprio all’esperta Barbara Gallavotti: “Su questo virus abbiamo scoperto sempre nuove cose: all’inizio pensavamo riguardasse solo le vie respiratorie, poi abbiamo scoperto che coinvolge il cuore, poi abbiamo scoperto che può attaccare il sistema nervoso e ora si è scoperto anche qualcosa riguardo al grasso del nostro corpo. È vero?”.
Covid e obesità: la spiegazione della biologa Barbara Gallavotti
Barbara Gallavotti, che in una precedente puntata di ‘DiMartedì’, aveva spiegato ai telespettatori perché è impossibile “de-vaccinarsi” contro il Covid, ha detto: “Questo è l’ultimo dubbio avanzato dai ricercatori di Stamford, non ancora pubblicato ma considerato molto attendibile e già entrato nel dibattito pubblico. La loro ipotesi è che il virus sia in grado di infettare direttamente le cellule di grasso“.
L’esperta ha aggiunto: “Ciò spiegherebbe perché le persone obese hanno un rischio maggiorato di avere Covid grave“.
Ancora Barbara Gallavotti, sul nuovo studio sul Covid-19: “Sarebbe anche una spiegazione che si aggiunge a ciò che già sappiamo: il grasso è una parte molto importante del corpo ed è importante che sia nella quantità giusta. Le persone obese hanno nel loro organismo una condizione di perenne bassa ma costante infiammazione, che si può aggiungere a quella causata dal Covid e predisporre a Covid grave. Questo già si sapeva, il fatto che il virus possa infettare le cellule di grasso aggiunge un tassello in più”.
La biologa ha spiegato che, secondo i ricercatori di Stamford che hanno condotto lo studio da lei citato, “il virus avrebbe la capacità di infettare in primo luogo le cellule di grasso. Si tratta di una notizia cattiva perché per il sistema immunitario sarebbe difficile stanarlo lì. Il virus infetterebbe anche i macrofagi, che reagirebbero scatenando una fortissima infiammazione, aiutati dalle cellule precursori”.