Covid, l'allarme di Ricciardi. Quali sono le regioni a rischio
Walter Ricciardi ha parlato del delicato equilibrio raggiunto in Italia in relazione all'epidemia di Covid-19, e dei rischi in alcune regioni
Con la seconda ondata ormai alle porte in Europa, e gli aumenti di casi in Francia e Regno Unito che hanno richiesto nuovi interventi per fermare i contagi, anche l’Italia si prepara a rispondere all’emergenza sanitaria. Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ha fatto il punto della situazione in un’intervista a La Stampa.
Coronavirus, le regioni a rischio in Italia
Ricciardi ha dichiarato: “La Francia avrà bisogno del lockdown totale, noi no se ci comportiamo bene, ma Lazio e Campania sono a rischio”. L’esperto ha quindi gettato un’ombra sui rischi che corrono le due regioni italiane, anche sulla base degli ultimi dati.
Quanto alla situazione negli altri Paesi, Ricciardi ha riconosciuto un vantaggio all’Italia: “In Francia non c’è la quarantena obbligatoria e in Inghilterra solo da poco le mascherine vanno indossate dal personale dei ristoranti. Certo Spagna, Israele, Belgio, Olanda e Danimarca peggiorano e purtroppo non esiste una strategia comune. L’unica possibilità è limitare i movimenti delle persone da e per gli Stati compromessi”.
Coronavirus, la previsione di Ricciardi
L’esperto ha poi fatto una previsione sull’andamento che si profilerà da qui a due settimane, con un “peggioramento” progressivo e una maggiore “pressione sugli ospedali anche per l’arrivo di raffreddori e influenze. Per questo è importante il richiamo alle precauzioni e il vaccino antinfluenzale per tutte le età”.
Rinnovato appello anche per l’app per il contact tracing Immuni, “che consente un tracciamento digitalizzato più tempestivo di quello manuale”.
Coronavirus nelle scuole, il bilancio di Ricciardi
Quanto alla riapertura delle scuole, Ricciardi ha detto che “servono due settimane per esserne certi, ma la prima impressione è positiva. È stato importante riportare dieci milioni di persone alla normalità, che però va assicurata nel tempo”.
Intanto, il coronavirus ha raggiunto la macabra soglia di un milione di vittime nel mondo, con gli Stati Uniti ad aprire la fila dei Paesi più colpiti dalla letalità del virus.