Cosa sapere sul Dark web: che cos'è, come accedere, cosa nasconde e quali sono i pericoli
A cosa serve il browser Tor e i rischi rappresentati da malware e software dannosi. La differenza con il deep web. Cosa sapere sul lato oscuro del web
Nell’era digitale sempre più spesso si sente parlare di dark web. Tutti lo conoscono ma ben pochi ci hanno avuto a che fare. E questo non fa altro che alimentare il mito di questo territorio minato, difficilmente accessibile e dunque misterioso di internet.
Tenendo presente l’intrecciarsi di verità e leggende metropolitane, nella loro versione digitale, ecco la risposta ad alcune delle domande più frequenti riguardanti il dark web, tra cui, anche, il profilo di pericolosità che esso presenta e quali sono gli strumenti necessari per accedere.
Che cos’è il dark web e qual è la differenza tra dark web e deep web. Che cos’è il surface web
Nonostante i nomi siano simili, dark web e deep web non sono due termini interscambiabili. In altre parole, non si tratta di sinonimi, ma di parole che indicano due territori diversi di internet, seppur entrambi nascosti e più o meno accessibili (dipende da chi sta tentando di accedere). Inoltre il dark web è compreso nel deep web.
In particolare, il deep web è quella parte non indicizzata del web: quindi non raggiungibile tramite i normali motori di ricerca. Ad esempio, potrebbe trattarsi di siti privati aziendali, pagine web a contenuto dinamico o siti non indicizzati.
Neanche il dark web è raggiungibile tramite i normali motori di ricerca. Nello specifico, è possibile a chiunque accedere ai siti del dark web, a patto che se ne conosca l’indirizzo. I siti del dark web possono essere quindi classificati come contenuti accessibili pubblicamente con IP nascosto.
Per contrapposizione, è a questo punto possibile pervenire alla definizione di surface web, quindi quella parte del world wide web accessibile tramite i comuni motori di ricerca, come Virgilio, Google, Bing o Yahoo!
Su quanto grande sia il deep web, il dibattito è ancora aperto, ma alcune stime sono molto suggestive: c’è infatti chi sostiene che solo il 4% dei contenuti accessibili online faccia parte del surface web, mentre il resto ricada nella definizione di deep web (che, come si è detto, comprende il dark web).
Cosa si trova nel dark web, tra verità e leggende metropolitane: la storia del sito illegale Silk Road
Quelle che potrebbero essere definite leggende metropolitane dell’era di internet, quindi traslate su un piano virtuale, lì dove, altre volte, erano ambientate nelle fogne di New York (il riferimento è naturalmente ai coccodrilli), trovano nel dark web un contesto narrativo decisamente suggestivo. Ma non tutto quel che si racconta sul deep web è vero.
Ad esempio, non esiste alcuna prova a sostegno dell’esistenza delle “red room”, video trasmessi in diretta, dietro pagamento di BitCoin, in cui un malcapitato verrebbe torturato per soddisfare i più torbidi istinti degli spettatori.
Sono considerate senza fondamento anche le voci che sosterrebbero la possibilità di assoldare un sicario tramite specifici siti del dark web.
Altri reati effettivamente commessi tramite il dark web sono stati a lungo considerati leggende metropolitane, salvo scoprire che non lo erano. È il caso di Peter Scully, un uomo australiano condannato all’ergastolo con l’accusa di traffico di esseri umani e stupro ai danni di ragazze minorenni.
Scully ha gestito, nel dark web, un sito segreto di pornografia infantile, noto come No limits fun (NLF), tramite il quale i suoi video sono stati venduti anche a 10mila dollari.
Non è una leggenda metropolitana il sito Silk Road, un portale, esistente sul dark web per ragioni di privacy (i compratori avevano così la possibilità di restare anonimi), tramite il quale era consentito acquistare MDMA, eroina, LSD, cannabis e altre droghe.
Il mercato nero virtuale era gestito da Ross Ulbricht, con lo pseudonimo di Dread Pirate Roberts, la cui parabola, fino all’arresto del 2013 e alla condanna all’ergastolo, è stata raccontata dal documentario Deep Web del 2015 e dal film Silk Road del 2021.
Quali sono le altre minacce del dark web: terrorismo e terroristi, truffe e hacker
Per capire le ragioni alla base di parte delle attività che avvengono nel dark web, bisogna sempre tenere a mente che questo territorio di internet garantisce una grande riservatezza. E quindi può facilmente nascondere le attività degli hacker e può essere il luogo ideale per mettere a segno una truffa informatica.
Consapevoli delle possibilità comunicative e propagandistiche che il web garantisce loro, anche i terroristi hanno da subito colto, e sfruttato, lo schermo del dark web, dove le tracce che si lasciano sono decisamente meno visibili rispetto a quelle che invece restano impresse sul web cosiddetto “di superficie”.
Non solo reati e illegalità: nel dark web c’è molto altro. I giornalisti e gli attivisti che operano su internet
Una ricerca del 2016 stimava al 29,7% la quantità di contenuti del dark web riferibili ad attività illecite. Si trattava soprattutto (in ordine) di attività oggetto di reato che avevano a che fare con droghe, finanza, estremismo e pornografia.
Si tratta quindi di una percentuale minoritaria, seppur considerevole. Significa che nel dark web si svolgono soprattutto attività lecite. Dal punto di vista delle democrazie, è lecito per gli attivisti e gli oppositori dei regimi organizzare gruppi di discussione online, tali da non essere individuati.
Allo stesso modo, i giornalisti che utilizzano il dark web per la propria attività di informazione non fanno nulla di perseguibile e lo stesso vale per educatori e ricercatori.
Come accedere al deep web, il browser Tor come porta di accesso e garanzia di anonimato
Bisogna disporre di Tor, un browser (come GoogleChrome o Microsoft Edge) che permette agli utenti l’accesso ai siti web che presentano “.onion” come operatore di registro. Si tratta di uno strumento a disposizione di tutti e scaricabile gratuitamente.
Grazie al modo in cui funziona, Tor garantisce la possibilità di restare anonimi, in modo che gli utenti non corrano il rischio di veder pubblicata la propria cronologia. Come si diceva sopra, non esistono motori di ricerca in grado di scandagliare il dark web. Quindi è necessario conoscere da prima gli indirizzi dei siti per potersi collegare a essi.
L’utilizzo di Tor di per sé non è illegale, perché garantisce la privacy e la protezione dei dati, anche se si sceglie di navigare soltanto nel surface web. Chi lo utilizza, tenta infatti di tutelarsi rispetto alle possibilità di tracciamento che oggi sono nelle mani sia dei fornitori di servizi, sia delle agenzie governative.
L’illegalità invece dipende dalle azioni che si compiono: ovviamente se si sceglie di usare Tor anche solo per scaricare illegalmente contenuti protetti da copyright (come film e musica) si è suscettibili di sanzione.
Quali sono i pericoli di navigare nel dark web: truffe e malware (cioè software dannosi)
Se non si è utenti esperti, è sconsigliabile navigare nelle acque di nessuno che sono caratteristiche del dark web. Sono infatti molto più presenti i malware, cioè i software dannosi che possono infettare il nostro computer.
Allo stesso tempo si è continuamente esposti a truffe, che magari prendono a bersaglio proprio i naviganti meno esperti. Senza contare che è possibile incappare in un sito oggetto di sorveglianza governativa, il che potrebbe trasformare l’utente (magari ignaro) in un bersaglio di un’indagine della polizia informatica.