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Cos'è la psittacosi e come si trasmette la malattia dagli uccelli all'uomo: 5 morti accertati, allarme Oms

L'Oms ha lanciato un allarme per segnalare i rischi della psittacosi, un'infezione respiratoria legata a un batterio che colpisce soprattutto uccelli

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Nuovo allarme da parte dell’Oms. L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un alert per segnalare i rischi potenziali della psittacosi, un’infezione respiratoria (causata dalla Chlamydophila psittaci) legata a un batterio che colpisce principalmente gli uccelli e che sta riguardando in particolare l’Europa. Nel vecchio continente i casi di malattia nell’uomo sono in aumento e si sono già registrati 5 morti.

Cos’è la psittacosi e quali uccelli infetta

La psittacosi è una malattia respiratoria causata da un batterio che infetta principalmente gli uccelli: pappagalli, canarini, passeri, colombi. Nell’uomo può risultare mortale, innescando una seria polmonite.

Le infezioni umane si verificano principalmente attraverso il contatto con le secrezioni di questi volatili infetti e sono per lo più associate a chi lavora con uccelli da compagnia (o pollame), veterinari e giardinieri nelle aree in cui la C. psittaci è epizootica nella popolazione di uccelli autoctoni.

“I Paesi interessati – spiega l’Oms – hanno implementato indagini epidemiologiche per identificare potenziali esposizioni e cluster di casi”.

L’allarme dell’Oms e le misure applicate

La segnalazione all’agenzia Onu per la salute è arrivata a febbraio da Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi.

Questi Paesi hanno informato attraverso il sistema di allarme rapido e risposta (Ewrs) dell’Ue, di aver rilevato un trend in crescita di questi casi nel 2023 e all’inizio del 2024, “particolarmente marcato a novembre-dicembre 2023“. I morti accertati all’interno dell’Unione sarebbero già 5.

Fra le misure messe in campo c’è l’analisi di campioni di uccelli selvatici sottoposti a test sull’influenza aviaria, per verificare la prevalenza di Chlamydophila psittaci.

L’oms, inoltre, fa sapere che “continua a monitorare la situazione e, sulla base delle informazioni disponibili”, al momento “valuta basso il rischio rappresentato da questo eventoinfettivo.

Le parole degli esperti

Nell’uomo, la psittacosi “può provocare anche forme gravi che portano alla morte. Bene dunque l’alert lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, perché la comunicazione tempestiva di questi rischi può aiutarci a strutturare interventi il più possibile anticipatori di un’eventuale nuova emergenza infettiva“, ha dichiarato ad Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano.

Bisogna accogliere questi alert con senso di responsabilità e attenzione, senza eccedere negli allarmismi – prosegue – ma nemmeno sottovalutandoli. Viviamo in un ecosistema fatto di continue interazioni tra virus, batteri, animali e uomo. Da qui la necessità di un approccio ‘One Health’ che richiede “la responsabilità e l’attenzione di tutti e soprattutto delle istituzioni, chiamate a controlli sempre più intensi e numerosi nell’ambito di una rete internazionale complessa ed estesa che va finanziata”.

È la lezione che Covid ci ha insegnato – conclude Pregliasco – comunicazione, attenzione, responsabilità e ‘preoccupazione’ – chiosa il virologo – nel senso letterale di ‘occuparci prima’ di possibili pericoli futuri”.

In Italia la psittacosi “è registrata in modo sporadico soprattutto nei volatili selvatici”, ha sottolineato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) sempre ad Adnkronos.

“Ma questo alert dell’Oms deve fare porre maggiore attenzione a chi possiede piccoli volatili in cattività dentro casa, quindi osservarli se stanno male e soprattutto non toccarli. Come non vanno toccati se nei parchi o per strada vediamo uccelli che stanno male. È una malattia comunque rara alle nostre latitudini ma si trasmette per via respiratoria, il contatto però delle mani con il volatile è un rischio da non correre”, ha concluso l’esperto.

Fonte foto: ANSA

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