Zangrillo ai virologi: "Topi da laboratorio". La dura reazione
Zangrillo attacca i virologi definendoli "topi da laboratorio". La dura risposta di Bucci, biologo dell'Università di Philadelphia
Enrico Bucci, biologo alla Temple University di Philadelphia, ha attaccato su Facebook Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele, reo di aver definito alcuni ricercatori dei “topi da laboratorio che pensano di saperla più lunga di noi. E questi sono veramente pericolosi”.
“Salve, sono un topo di laboratorio – è l’inizio del post di Bucci -. Mai vorrei disturbare con un mio squittio un luminare della clinica che recentemente ha dichiarato: ‘Mi sono indispettito quando qualcuno che aveva avuto solo la fortuna di avere il contatto con la provetta si permetteva di confutare quello che noi dicevamo. Qui ci sono topi da laboratorio che pensano di saperla più lunga di noi. E questi sono veramente pericolosi’.
Bucci prosegue scrivendo: “Mi perdoni sua magniloquenza, io ho cercato sempre dalla mia gabbiettina di capire bene il senso delle sue parole. Come quando, il 29 febbraio 2020, lei affermò: ‘Le terapie intensive sono pronte, no al contagio ossessivo’. Certamente non ho capito l’importanza di questa affermazione, ed evidentemente con me, piccolo umile animaletto peloso, non deve averla capita tanto bene nemmeno il coronavirus, che forse non ha apprezzato quanto fossero pronte le TI lombarde”.
Il biologo critica poi un’altra affermazione di Zangrillo, che “il 31 maggio disse che: ‘Il virus clinicamente non esiste più‘. Anche qua, non deve averlo capito tanto bene nemmeno il virus, visto che sono continuati ad entrare pazienti in terapia intensiva e ad esserci morti fino a luglio, pochi in Italia, tantissimi nel mondo, procurati sempre dallo stesso virus”.
Del resto, insiste Bucci, “la mia limitata testolina di roditore non mi ha permesso nemmeno di comprendere cosa significasse che ‘il virus ha perso carica virale‘ oppure che ‘probabilmente nella sua evoluzione adattativa sta anche modificando alcune sue caratteristiche. Questo non vuol dire che sia mutato, ma qualcosa sta accadendo a livello delle proteine di superficie del virus: le stesse modificazioni che lo rendevano molto letale tre mesi fa, adesso lo rendono meno aggressivo’.
“C’è una cosa che non mi lascia tranquillo – la fine ironica del post -: tutti i libri di biologia di base, di virologia, di biochimica e biologia molecolare sembrano andare incontro ad autocombustione spontanea quando si odono certe parole: sarà per la vergogna?”.
Zangrillo: “Io sindaco? Spero che Sala resti dov’è”
“Chiudiamola qui per sempre e una volta per tutte con Zangrillo in politica. È più facile che Gramellini assuma il mio ruolo al San Raffaele che io diventi sindaco di Milano”. Questa la risposta di Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Saluta San Raffaele di Milano, alla rubrica di Massimo Gramellini. Il giornalista aveva ironizzato immaginando ‘un’epidemia’ di esperti in politica. Lo riporta l’Adnkronos.
Zangrillo ha poi aggiunto di sperare che Giuseppe Sala, attuale sindaco di Milano, “continui a restare dov’è. La città deve ripartire al più presto con lui, da dove il coronavirus l’ha fermata. Riavvolgiamo il nastro con lui”.
E sul suo futuro, il medico ha detto di voler “continuare a fare il mio mestiere e lo ribadisco una volta per tutte. A me la politica non interessa“.