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Coronavirus, scoperta una nuova mutazione in Italia: i pericoli

La nuova mutazione del coronavirus scoperta in Italia riguarda la proteina Orf-6, che attacca direttamente il sistema immunitario degli esseri umani

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Uno studio condotto dai virologi dell’Università Statale di Milano ha scoperto una nuova mutazione del coronavirus. A evolversi, questa volta, è stata la proteina accessoria Orf-6. Nelle varianti di cui siamo già a conoscenza erano stati rilevanti cambiamenti importanti solo per la proteina Spike, con cui il virus si ancora alle cellule umane e le invade. La nuova mutazione potrebbe comunque dare un vantaggio al patogeno responsabile dell’infezione da Covid-19, come riportano gli scienziati nell’articolo pubblicato dalla rivista Emerging Microbes & Infections e Agi.

Coronavirus: cosa sono le mutazioni e perché vengono studiate

L’attenzione dei ricercatori di tutto il mondo si concentra sempre più sulla scoperta di mutazioni e nuove varianti del coronavirus. Durante la fase di replicazione all’interno degli organismi, un virus compie errori di trascrizione, introducendo cambiamenti casuali che in determinati casi non sono particolarmente rilevanti.

In altri, come già successo per la variante inglese e la variante brasiliana del coronavirus, le mutazioni possono rendere la diffusione del patogeno più rapida, grazie a vantaggi sulla velocità di replicazione e nuove armi contro il sistema immunitario dell’organismo ospite.

Coronavirus, nuova mutazione in Italia: riguarda la Orf-6

Nel caso del Sars-Cov-2, il mondo della scienza sorveglia costantemente le possibili evoluzioni della proteina Spike, che compone la caratteristica corona e gli permette di arpionare le nostre cellule, entrando al loro interno. La mutazione osservata a Milano, riporta Agi, riguarda invece la proteina Orf-6, che perde sei amminoacidi.

Questo cambiamento non riguarda direttamente la capacità di infettare del virus, ma potrebbe alterare i meccanismi patogenetici del Covid-19. La Orf-6, nella fase di replicazione del virus, è responsabile di modulare la risposta del sistema immunitario umano, interferendo nella produzione degli interferoni.

Lo studio dell’Università Statale sottolinea l’importanza di monitorare tutte le mutazioni del Sars-Cov-2, e non solo quelle relative alla proteina Spike. Le regioni che modificano la nostra risposta immunitaria, e compongono più della metà del codice genetico del virus, potrebbero infatti rendere il virus più o meno pericoloso per gli esseri umani, compromettendo anche la strategia per i vaccini.

Fonte foto: ANSA
Coronavirus, tutte le varianti e le mutazioni scoperte finora

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