Coronavirus più contagioso: "Possibili conseguenze sui vaccini"
Secondo un nuovo studio il coronavirus è mutato e, ora, è più contagioso: cosa hanno scoperto i ricercatori
Il ceppo di coronavirus diffusosi dall’Europa all’America è diverso da quello apparso in Cina. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista ‘Cell’, il nuovo ceppo è più contagioso, anche se non più pericoloso per la salute delle persone infette. Lo studio è stato condotto da un team internazionale di ricercatori ed è legato a un precedente lavoro, risalente all’inizio dell’anno, nel quale, sulla base delle informazioni relative alle sequenze genetiche, si avvertiva già della diffusione di una mutazione del virus.
Rispetto al primo studio, i ricercatori, come spiegato dalla ‘Cnn’, hanno esaminato più sequenze genetiche e fatto esperimenti su esseri umani, animali e cellule in laboratorio, dimostrando che la nuova versione, battezzata con la sigla G614, è più comune e in grado di infettare maggiormente rispetto alla precedente (la D614).
La mutazione riguarda la cosiddetta ‘spike protein‘ di cui è rivestita la superficie del coronavirus e che gli conferisce la caratteristica forma a corona, la struttura che il virus utilizza per entrare nelle cellule e infettarle.
La versione G risulta dalle 3 alle 9 volte più contagiosa della D, come spiegato da David Montefiore della Duke University, che con i colleghi ha eseguito i test sul virus in laboratorio e partecipato alla ricerca.
Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, intervistato dal ‘Journal of American Medical Association’, ha affermato: “I dati dimostrano che esiste una mutazione che rende effettivamente il virus in grado di replicarsi meglio e forse avere elevate cariche virali”.
I ricercatori coinvolti nello studio hanno specificato che serve un ulteriore lavoro per dare più solidità alle loro scoperte e vedere cosa comporta la mutazione sia a livello epidemiologico che del paziente singolo, anche perché, come spiegato da Montefiore, “ci sono potenziali conseguenze per i vaccini“.