Fase 2, spostamenti solo nella propria Regione: l'ipotesi
Sul tavolo del governo il tema della mobilità nella fase 2, ma non solo
Permettere gli spostamenti anche fuori dal proprio Comune e all’interno delle singole Regioni dal 4 maggio, lasciando però in vigore i limiti alla mobilità intra-regionale. È l’ipotesi sul tavolo del governo in vista dell’avvio della fase 2. “Niente di deciso – spiega l’Ansa citando diverse fonti – ma questo sarebbe al momento l’orientamento prevalente”. La certezza è che entro la fine di questa settimana Palazzo Chigi annuncerà il piano per la riapertura.
Nel corso di mercoledì 22 aprile, però, l’esecutivo si è confrontato su più temi relativi alla fase 2.
Le indicazioni fornite dalla task force sono state condivise nelle riunioni che il premier Giuseppe Conte ha avuto prima con le parti sociali – Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Confapi, Confimi, ReteImprese, Alleanza Cooperative, Ance – e poi con Regioni ed Enti locali.
“Queste indicazioni – riporta l’Ansa citando fonti governative – insieme a quelle che presenterà anche il Comitato tecnico-scientifico, rappresentano la base che il governo utilizzerà per definire il piano della fase 2″.
Tale piano prevede una ripartenza all’insegna della cautela, durante la quale si terrà sempre sotto controllo la curva epidemiologica per non farsi trovare impreparati in caso di una possibile risalita.
“Ci sarà un allentamento delle misure restrittive – fa sapere Palazzo Chigi -, ma non uno stravolgimento“.
“Sarà fondamentale – proseguono le fonti governative – rafforzare il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro già approvato nel marzo scorso e completare queste prescrizioni anche con riferimento alle attività del trasporto e della logistica”.
Oggi alle 14:30 l’esecutivo terrà comunque un incontro sulla sicurezza sul lavoro con le parti sociali.
“La revisione delle misure di distanziamento sociale – ha detto conto durante la riunione con le Regioni – non significa un ‘liberi tutti’, ma non possiamo chiudere i cittadini in casa per sempre”.
Coronavirus: ipotesi apertura negozi, bar e ristoranti
Per quel che riguarda invece negozi, bar e ristoranti, si potrebbe procedere a step. I tavoli di confronto specifici ci saranno la prossima settimana.
Prima toccherebbe ai negozi al dettaglio. Sul tavolo ballerebbe la data dell’11 maggio.
Per quel che riguarda la ristorazione, invece, si potrebbe ripartire una settimana dopo, il 18 maggio.
Coronavirus, “ulteriore riflessione” su riaperture il 27 aprile
Per quanto riguarda le aperture di alcune attività il 27 aprile, a detta di Conte, si potrebbe essere anche pronti ma “serve fare una riflessione”: l’obiettivo è chiudere la fase 1 “in maniera armonica”.
Il premier, quindi, avrebbe invitato alla prudenza su eventuali aperture anticipate. La richiesta, come riporta Ansa, sarebbe stata sollecitata in particolare dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
CORONAVIRUS, “LA RIAPERTURA IN 6 PUNTI”: I CONSIGLI DELL’OMS
Coronavirus, Franceschini su cultura e turismo: “Ancora nessuna data su riapertura”
I settori della cultura e del turismo, che comprendono quindi anche concerti, cinema e spettacoli vari, non hanno ancora una data certa relativa alla riapertura.
“Mi piacerebbe poterla dire – ha detto il ministro per i Beni e le attività culturali e il turismo, Dario Franceschini – ma stiamo discutendo con il comitato tecnico-scientifico delle misure che consentano le riaperture dalla data in cui saranno possibili. Oggi non siamo in condizione di dirlo. Dipende dall’andamento epidemiologico. Lo stesso vale per la stagione estiva, per gli stabilimenti balneari”.
“Per mostre e musei, ma devo confrontarmi su questo – ha aggiunto -, penso possano riaprire prima se sono in grado di garantire tutte le misure di sicurezza, mascherine, distanziamento, evitare le file. Nessuno pensa che l’offerta online si debba sostituire all’offerta dal vivo. In questa fase potrebbe essere una risorsa necessaria perché i teatri possano svolgere i loro spettacoli, offrirli online fino alla riapertura. E dopo se funzionerà potrebbe integrarla ma mai sostituirla. Lo spettacolo si chiama dal vivo, non a caso”.