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Coronavirus, debolmente positivi: cosa cambia e come distinguerli

I debolmente positivi continuano ad accendere il dibattito tra gli esperti. Il Ministero della Salute prende posizione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il Ministero della Salute prende posizione sui “debolmente positivi“, i nuovi contagiati di coronavirus la cui carica virale è bassa. Vittorio Demicheli, epidemiologo della task force della Lombardia e componente della cabina di regia del ministero, ha spiegato al Corriere della Sera: “Bisogna distinguere tra contagi nuovi e identificazione di contagi vecchi”.

I debolmente positivi saranno conteggiati a parte

Il Ministero della Salute ha quindi accolto la richiesta degli esperti di conteggiare separatamente i debolmente positivi, come riporta il Corriere della Sera. Sarebbero circa la metà, infatti, i pazienti rilevati in Lombardia con una carica virale inferiore al normale; ma il dibattito sulla loro contagiosità è ancora in corso tra gli esperti.

Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Mario Negri, sostiene che “i nuovi positivi non sono contagiosi“. A rafforzare questa ipotesi c’è uno studio del San Matteo di Pavia secondo sui, su 280 pazienti con cariche virali basse, meno del 3% poteva trasmettere il virus.

Ma non tutti gli esperti condividono questa opinione: Andrea Crisanti, ad esempio, ha osservato che “qualcuno la malattia la trasmette”, altrimenti non si registrerebbe un continuo (anche se esiguo) aumento di casi quotidiani.

Come distinguere i debolmente positivi dai casi clinici acuti

Il punto su cui ci si interroga è però un altro: è possibile distinguere casi clinici acuti o convalescenti, con alto potenziale di contagiosità, da casi di persone non contagiose? Secondo Francesco Milazzo, primario di Malattie infettive al Sacco di Milano, sì.

Al Corriere della Sera, Milazzo ha spiegato che la soluzione è un esame di laboratorio supplementare per mettere in coltura di cellule epiteliali, provenienti da bronchi umani, il campione estratto dal tampone di un sospetto positivo. Un procedimento simile a quello seguito a Pavia.

“Se le tracce di RNA da Covid-19 – ha precisato Milazzo – sono espressione di un virus ancora vivo e vitale nell’arco di 2-3 giorni assisteremo alla morte delle cellule al cui interno il virus si è replicato. Se invece a quella debole positività al tampone non corrisponde un virus vivo e vitale, la nostra cultura cellulare si manterrà sana e vitale”.

Fonte foto: ANSA
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