Coronavirus, vittime in aumento: l'allarme degli esperti
L'Iss e l'Ecdc hanno criticato il governo italiano per le scelte adottate sui dati dei contagi e la somministrazione dei test
Continuano ad aumentare le vittime e i contagi da coronavirus in Italia, mentre sale la tensione tra gli scienziati sulle scelte adottate dal governo sui dati ufficiali dell’epidemia. Gli esperti, in particolare, sono divisi sulla decisione dell’Italia di non fornire più i dati sui contagi ma soltanto quelli dei casi clinici e sulla scelta di non sottoporre più ai test le persone senza sintomi.
Coronavirus, l’Iss contro la decisione di fare il test solo a chi ha sintomi
Secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss), come riporta La Stampa, la situazione potrebbe sfuggire di mano e il numero dei decessi potrebbe “schizzare in alto” dopo la decisione del governo di non sottoporre più a test chi è asintomatico.
Infatti, per l’Iss, “somministrando i tamponi solo a chi ha sintomi e ha avuto contatto con persone o aree contagiate e comunicando solamente i casi clinici saranno sempre di più i contagiati che finiranno fuori dai radar, rischiando di propagare l’infezione”.
Così, “il tasso di letalità finirà per schizzare in alto se il denominatore viene ristretto ai casi sintomatici”. La mortalità, infatti, è “già intorno al 3%”.
Coronavirus, l’allarme dell’Ecdc sui test e il conteggio del governo
Inoltre l’Ecdc, l’Agenzia europea di prevenzione e controllo delle malattie, sostiene che i focolai di infezione al Nord Italia non dipendono dal fatto che nel nostro Paese sono stati fatti più test rispetto al resto d’Europa.
“Questo è successo anche in altri Stati membri, quindi il numero dei controlli non è sufficiente a spiegare l’aumento dei casi”, hanno spiegato fonti Ue all’Ansa.
C’è un’altra scelta del governo, poi, che non ha convinto i virologi europei, ovvero quella di escludere dal conteggio i positivi al coronavirus non convalidati dall’Iss. Secondo l’Ecdc, infatti, non ci sarebbero “tanti falsi positivi”, quindi “verranno utilizzati i dati che includono i controlli fatti localmente e non solo quelli validati dall’Istituto”.
La soluzione potrebbe arrivare dai “cacciatori di virus”, i medici incaricati di tracciare tutte le persone venute a contatto con chi è positivo al test.
“Per ogni contagiato – ha spiegato il direttore dei servizi d’igiene all’ospedale Torrette di Ancona – occorre contattare una trentina di persone che hanno avuto con lui contatti ravvicinati negli ultimi 14 giorni”.
In conclusione, se i contagiati sono più di 800 e per ognuno di essi bisogna contattare 30 persone, sono 24mila le persone che dovrebbero stare a casa in “quarantena sorvegliata”.