Coppie di donne non possono essere mamme dello stesso bimbo: la sentenza della Corte d'Appello di Milano
Figli delle coppie di donne: la Corte d'Appello di Milano ha accolto le richieste della Procura, riconosciuta come madre solo quella biologica
La Corte d’Appello civile di Milano ha ribaltato la decisione presa nel giugno 2023 dal Tribunale ed ha ordinato la cancellazione della madre intenzionale dalla trascrizione nel Comune di Milano dell’atto di riconoscimento dei figli già dichiarato dalla madre gestante.
Il caso riguarda le coppie omogenitoriale femminili che hanno fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita all’estero.
- Figli di coppie donne: la decisione della Corte d'Appello di Milano
- "Illegittima l'iscrizione sul Registro degli atti di nascita"
- Corte d'Appello invoca l'intervento del legislatore
Figli di coppie donne: la decisione della Corte d’Appello di Milano
Secondo quanto stabilito, alla madre intenzionale resterebbe solamente la strada dell’adozione in casi particolari.
La Corte d’Appello si è pronunciata su tre ricorsi riguardanti la rettificazione di iscrizioni sul Registro dello Stato civile della doppia maternità realizzata all’estero mediante la procreazione medicalmente assistita.
“Illegittima l’iscrizione sul Registro degli atti di nascita”
La Corte ha dichiarato “illegittima l’iscrizione sul Registro degli atti di nascita della doppia maternità del bambino” resta fermo il riconoscimento del figlio da parte della “madre partoriente”, mentre “la donna non partoriente – che possieda i requisiti necessari – ha accesso alla procedura di adozione in casi particolari”, si legge in una nota della presidenza della Corte d’Appello.
Con la decisione attuale l’atto di nascita non è più valido, da oggi questi tre bambini non hanno più la seconda madre.
Corte d’Appello invoca l’intervento del legislatore
La questione sulle ‘famiglie arcobaleno‘ era stata sollevata dopo che lo scorso aprile la circolare del ministero dell’Interno invitava a fermare i riconoscimenti dei sindaci, decisione che ha portato le procure a chiedere l’annullamento della trascrizione.
Tuttavia pur negando la trascrizione la Corte d’Appello di Milano nel suo provvedimento rimarca che la materia in questione “richiede l’intervento del legislatore”
Il legislatore infatti è “l’unico soggetto capace di operare un articolato disegno normativo idoneo a declinare in modo corretto i diritti dei soggetti coinvolti nella vicenda procreativa umana medicalmente assistita, realizzando il bilanciamento di diritti di rango costituzionale che non devono venire a trovarsi in conflitto tra loro, ivi inclusi quelli del nascituro, soggetto capace di diritti, nel suo essere e nel suo divenire”.