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Cherif Traoré riceve una banana marcia come regalo di Natale da un compagno di squadra: il post su Instragram

Cherif Traorè, pilone della Benetton Rugby e della Nazionale italiana, vittima di razzismo: ha ricevuto una banana marcia da un compagno come regalo

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Una banana marcia come regalo di Natale. Cherif Traoré, giocatore di rugby che gioca come pilone nella Benetton Treviso e nella Nazionale italiana, ha denunciato sui social di essere stato vittima di un episodio di razzismo. Il 28enne, di origini guineane, ha raccontato in un lungo post su Instagram che uno dei suoi compagni di squadra – in occasione del ‘Secret Santa’, un momento in cui ci si scambia i regali senza sapere chi sia effettivamente il ‘Babbo Natale’ – gli ha fatto trovare nello spogliatoio una banana marcia in un sacchetto dell’umido. Molti dei compagni si sarebbero messi a ridere, senza condannare il gesto.

La denuncia

Cherif Traoré, la mattina del 21 dicembre, ha pubblicato su Instagram una foto completamente nera, a cui ha accompagnato un lungo post di denuncia: “Sta arrivando Natale e come da tradizione in squadra è il momento del Secret Santa. Un momento conviviale e scherzoso. Un momento dove ti puoi permettere di fare regali anonimi ai tuoi compagni, di quelli anche pungenti, ironici. Ieri, quando è stato il mio turno, all’interno del mio regalo ho trovato una banana. Una banana marcia, dentro un sacchetto dell’umido. Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male e vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale“.

E ancora: “Sono abituato o meglio, mi sono dovuto abituare, a dover fare buon viso a cattivo gioco ogni volta che sento battute a sfondo razzista per cercare comunque di non inimicarmi le persone vicine. Ieri è stato diverso però. Fortunatamente, alcuni compagni, soprattutto stranieri, hanno cercato di supportarmi. Fuori dall’Italia un gesto come questo è condannato gravemente anche all’interno di piccole realtà, e questa volta voglio dire la mia. Non ho dormito tutta la notte“.

Quindi, la chiusura: “A questo Secret Santa erano presenti anche ragazzi giovani, di origini diverse. Ho deciso di non stare in silenzio questa volta per fare in modo che episodi come questo non succedano più per evitare che altre persone si ritrovino in futuro nella mia situazione attuale. E sperando che il mittente impari una lezione…“.

Il perdono

Nella serata del 21 dicembre, intorno alle 20, Traoré ha ripubblicato un contenuto su Instagram.

Un’altra foto nera, questa volta con la sua firma in calce.

Oltre all’immagine, anche in questo caso, alcune righe: “Il Natale sta arrivando. Natale è bontà, Natale è gratitudine, Natale è perdono… Quest’anno prendo queste parole per la mia vita e le voglio mettere in pratica. Non sempre riceviamo ciò che meritiamo e ammetto che è doloroso quando questo succede Ma se vuoi ricevere il bene inizia a farlo tu per primo, no?“.

Quindi, un passaggio sull’episodio razzista, diventato virale in poche ore: “Ormai è virale l’episodio che ho vissuto e questa sera voglio fare questo passo io per primo. Io non sono come chi mi ha fatto vivere questo. Le parole del mio Natale ’22 saranno proprio ‘bontà, gratitudine e perdono’. ‘Bontà’ perché voglio prendere questa situazione e volgerla a ‘bene’. Un domani guardare indietro e essere orgoglioso della scelta che ho fatto.

Poi, i ringraziamenti e la chiusura: “Sono grato per il mio club, per la mia squadra e per tutti coloro che mi hanno mostrato vicinanza. E voglio perdonare, che ammetto, non significa dimenticare la vicenda, ne essere passivo davanti a quando accaduto. Ma voglio leccarmi le ferite e continuare a testa alta senza pesi sul cuore. Sono pronto ad iniziare il ’23 con il sorriso e con la grinta che mi ha sempre contraddistinto. Sarete al mio fianco?”.

 

La nota della Benetton Rugby, della Federazione e del sindaco di Treviso

La società Benetton Rugby aveva infatti immediatamente preso le distanze attraverso una nota in cui ha voluto ribadire “di aver sempre condannato con la massima fermezza ogni espressione di razzismo o forma di discriminazione. Non fanno parte della nostra cultura e non rappresentano la nostra identità e i nostri valori. Lo abbiamo sempre dimostrato con i fatti, non solo con le parole, e continueremo a sostenerlo con forza“.

La Federazione rugby ha messo l’accento sul fatto che “il razzismo non ha spazio nel nostro sport“, ribadendo fiducia nel club veneto.

Sulla vicenda ha detto la sua anche il sindaco di Treviso, Mario Conte, che ha condannato il gesto.

Fonte foto: Getty

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