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Calabrone asiatico invade l'Italia, come riconoscere la vespa velutina: i rischi per l'uomo e le api

Il calabrone asiatico, o vespa velutina, sta invadendo l'Italia: come riconoscere questa specie e quali sono i rischi per l'uomo e per le api

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

La vespa velutina, anche nota come calabrone asiatico, sta invadendo l’Europa e l’Italia. Laura Bortolotti di CREA-AA Bologna, coordinatrice del programma Stop velutina, ha illustrato la situazione e spiegato come si è arrivati a questo punto.

Vespa velutina: la situazione in Italia e in Europa

A ‘Quotidiano nazionale’, Laura Bortolotti di CREA-AA Bologna, che coordina il programma Stop velutina, ha spiegato che la vespa velutina “è arrivata dalla Francia, si sta muovendo da ovest verso est, si sta spostando in tutta Europa. La prima segnalazione nel Vecchio Continente risale al 2004. Questa specie aliena invasiva è però approdata anche negli Stati Uniti, dove c’è stata però un’unica segnalazione. E non è molto chiaro da dove provenisse”.

Per quanto riguarda l’Italia, sono il ministero dell’Ambiente e l’Ispra a occuparsi delle specie aliene invasive, inclusa la vespa velutina. Laura Bortolotti ha detto: “Per ogni specie le Regioni hanno l’obbligo di notifica. E si organizzano le reti di neutralizzatori di nidi. Toscana ed Emilia Romagna adesso si stanno attivando più velocemente”. Tra gli ultimi nidi segnalati c’è anche quello di Budrio, nella provincia di Bologna.

Il calabrone asiatico, o vespa velutina.

Come riconoscere la vespa velutina o calabrone asiatico

Come spiegato sul sito di ‘Stop velutina’, il calabrone asiatico, o vespe velutina, è simile al nostro calabrone (vespa crabro), ma di dimensioni inferiori. La vespa velutina è anche più scura e si distingue per la banda giallo-arancione verso il pungiglione e la stretta linea gialla più chiara vicino al vitino di vespa. Le estremità delle zampe sono di colore giallo. Comparsa in Europa nel 2004, dal 2012 è presente anche in Italia, penetrata in Liguria dal confine francese.

La vespa velutina vive in popolose comunità composte da una regina, qualche maschio e un grande numero di femmine sterili (operaie). La colonia dura solamente un anno.

I nidi primari si possono trovare in primavera: sono i primi nidi formati dalle regine e contengono pochi individui. Sono attaccati a una superficie (come, per esempio, soffitti o terrazze) tramite un peduncolo che li sostiene. Hanno la forma di una piccola sfera forata verso il basso. Di norma si trovano a bassa altezza. La loro posizione è, però, provvisoria e possono essere rifondati in luoghi più sicuri per le vespe (nidi secondari).

I nidi secondari sono grandi vespai realizzati all’aperto in luoghi riparati e inaccessibili, anche a notevoli altezze (5-20 metri), per esempio sulla cima degli alberi. La forma è sferica ma molto irregolare (piriforme), possono essere alti tra i 60 e i 90 centimetri e avere un diametro di 40-70 cm. L’entrata delle vespe è laterale. All’interno ci sono 6-7 strati di celle che ospitano una popolazione media totale di 6mila individui (con picchi che superano i 12mila).

I danni e i rischi legati alla vespa velutina

La vespa velutina è considerata una seria minaccia per la biodiversità. Può distruggere la metà degli alveari di un’area e un numero imprecisato di impollinatori (oltre alle api, i bombi, i megachilidi, le farfalle etc). I danni secondari (non trascurabili) sono invece legati ai frutti maturi, prediletti dagli esemplari adulti di vespa velutina.

Il tasso di aggressività del calabrone asiatico verso l’uomo è analogo a quello del calabrone europeo. Nelle vicinanze dei nidi, però, l’attacco può essere violento: 8-12 punture sono in grado di provocare un avvelenamento che richiede il ricovero in ospedale.

Fonte foto: iStock - AlbertoNovo

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