Cade il Governo? Crisi alle porte con lo strappo tra M5s e Draghi: i prossimi sono giorni decisivi
Nessuna certezza sul voto di fiducia del Movimento 5 Stelle: tanto dipenderà dalla volontà di Mario Draghi di sciogliere i nodi su lavoro e welfare
C’è aria di crisi a Palazzo Chigi, con il Movimento 5 Stelle che, stando ai ministri pentastellati, sarebbe pronto a staccare la spina al Governo. L’occasione per farlo arriverà con la fiducia posta in Senato sul nuovo decreto aiuti, che passerà solo alle condizioni dettate da Giuseppe Conte a Mario Draghi.
- Movimento 5 Stelle pronto a uscire dal Governo
- La convergenza tra M5s e Pd su lavoro e welfare
- Giorni decisivi per le mosse di Mario Draghi
Movimento 5 Stelle pronto a uscire dal Governo
Il Movimento 5 Stelle ha presentato al premier la sua nuova agenda politica con un documento in più punti che, se non saranno affrontati, potrebbero far saltare l’esecutivo.
Reddito di cittadinanza, salario minimo, decreto dignità, aiuti a famiglie e imprese, transizione ecologica, Superbonus 110%, cashback fiscale, riforma del Fisco e una clausola alla legge per le deleghe sono i temi della nuova era pentastellata.
Senza i quali sarà impossibile continuare a lavorare al fianco del presidente del Consiglio. E se il fuoriuscito Luigi Di Maio spiega che sarebbe “da irresponsabili” far cadere il Governo, il ministro Stefano Patuanelli ha spiegato a Repubblica di non escludere a priori lo scenario di una crisi.
La convergenza tra M5s e Pd su lavoro e welfare
Una mediazione potrebbe arrivare con gli alleati del Partito Democratico, che tuttavia chiedono al M5s di evitare ulteriori frizioni con Mario Draghi e concentrarsi sulle esigenze della popolazione in un momento così delicato per via della situazione economica interna e per ciò che sta succedendo nel mondo.
Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle.
Peppe Provenzano, vicesegretario del Pd, ha dichiarato all’Ansa che oggi “la grande sfida per i progressisti è dare risposte ora sui salari e sul welfare“, aggiungendo “una proposta di radicale cambiamento per vincere le elezioni” previste per il prossimo anno.
Insomma, i dem sarebbero allineati alle richieste che Giuseppe Conte ha fatto al premier. Come confermato dal dem Francesco Boccia, che ha sottolineato che il M5s “sta ponendo dei temi che devono essere oggetto di un confronto politico“. E che dubita che i pentastellati possano innescare una vera crisi.
Giorni decisivi per le mosse di Mario Draghi
Ma l’asse giallorosso appare sempre più fragile, con l’alleanza pronta a saltare anche nei territori, come avverte il segretario Nicola Zingaretti. E tanto dipenderà dalle prossime mosse di Mario Draghi, che potrebbero mettere a repentaglio la tenuta del Governo.
Il 12 luglio il presidente del Consiglio incontrerà le parti sociali per presentargli la proposta di salario minimo “all’italiana” di Andrea Orlando. Si parlerà anche del rinnovo dei contratti e del taglio del cuneo fiscale.
Ma sarà in Senato che si giocherà la partita più importante, con il dl aiuti che potrebbe saltare insieme alla maggioranza con il voto di fiducia. Dal quale, anticipano fonti parlamentari, gli esponenti del M5s potrebbero sfilarsi uscendo dall’Aula.
Un gesto che, pur non facendo cadere direttamente il Governo, potrebbe dare un messaggio forte a Mario Draghi. Anche se gli analisti prevedono che un ulteriore strappo farebbe guadagnare a Luigi Di Maio e alla neonata formazione filogovernativa Insieme per il futuro almeno una dozzina di parlamentari.
Insomma, il clima è teso a Palazzo Chigi. E alle fratture tra i progressisti si aggiunge anche il fatto che la Lega, appoggiata da Fratelli d’Italia, è sul piede di guerra per le proposte sullo ius scholae e sulla cannabis. Una crisi di governo potrebbe diventare un’occasione ghiotta per Matteo Salvini e Giorgia Meloni per ricostruire l’asse di centrodestra in vista della fine della legislatura.