"Berlusconi usato, sagoma di cartongesso", Biancofiore lascia Fi
Michaela Biancofiore, berlusconiana di ferro, lascia Forza Italia: addio al veleno
Forza Italia continua a perdere pezzi. L’ultima a dire addio al partito è stata la berlusconiana di ferro Michaela Biancofiore, che ha annunciato il passaggio a “Coraggio Italia”, il nuovo partito del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e del governatore della Liguria, Giovanni Toti. Un addio al veleno, in cui la Biancofiore ha mosso pesanti critiche ai vertici azzurri. “Berlusconi ha lasciato Forza Italia prima di me. E c’è chi approfitta della possibilità di stargli vicino utilizzandolo come una sagoma di cartongesso”, attacca la Biancofiore, in una intervista rilasciata a Repubblica.
“Dopo 28 anni è come un matrimonio a cui hai dato tutto e quindi il senso anche di fallimento è enorme – spiega -. Ma quando ad amare è sempre uno solo, allora diventa difficile. Potrei raccontare tanti episodi in cui sono stata messa in cattiva luce agli occhi di Berlusconi. I fatti poi mi hanno sempre dato ragione”.
Michaela precisa che resta e sarà sempre “berlusconiana perché Berlusconi” è stato la sua “famiglia”. “Ho perso mio padre a 12 anni e lui per me è stato un punto di riferimento. Lasciare Forza Italia è un dolore, che ritengo giusto rendere pubblico. La voce mi si spezza, è vero”. “Ho dato la mia salute, la mia forza fisica, i miei principi. Mi è venuto un tumore e una ischemia in questi anni. Nonostante questo, sono ancora andata ad attaccare i manifesti alle Europee”, ricorda la Biancofiore.
Quindi l’attacco frontale agli attuali vertici del partito: “Sto andando via da FI dopo che Berlusconi l’ha lasciata. Formalmente c’è, certo; è il presidente. Ma c’è chi approfitta della possibilità di stargli vicino utilizzandolo come una sagoma di cartongesso di cui usufruire per aumentare il proprio potere personale che nulla ha a che vedere con l’interesse del partito e dei cittadini”.
Quando le si chiede se il suo ‘bersaglio’ principale sia Antonio Tajani specifica che non è soltanto a lui che si riferisce: “Non è solo Tajani. Quando qualcuno sale sul trono vicino a Berlusconi dimentica quanto di negativo è accaduto in un partito che alle europee del ’95 era al 35% oggi oscilla tra il 6 e l’8%. Un partito che ha perso 50 parlamentari da quando è arrivato Tajani ai vertici”.
Michaela spiega quindi che sarebbe stato auspicabile che Forza Italia passasse dallo “statuto e magari da un congresso”. “In politica – aggiunge – c’è una sola unità di misura: il consenso. E quando se ne vanno migliaia di dirigenti sul territorio, di eletti, di voti, allora devi prendere coscienza che il consenso non lo hai. Da Tajani e da altri del suo seguito nei miei confronti c’è stata una opa ostile. E poi Tajani parla di FI come una famiglia!”
E Berlusconi? Come ha preso il suo addio? “Ha cercato di convincermi, non se l’è presa. Il motto di Fi ora è meno siamo, meglio stiamo, per far fuori i non allineati, come me”. Poi arriva un’altra bordata nei confronti di Tajani: è “normale che il vice presidente di Fi si faccia nominare anche coordinatore? Che il 90% delle cariche siano nelle mani di 10 persone?”.