Bari, violenze su detenuto: 3 agenti arrestati per torture, 15 gli indagati. Cosa è successo
Tre agenti della Polizia Penitenziaria sono stati arrestati perché gravemente indiziati del delitto di tortura in concorso: cosa è successo
Tre appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale di Bari sono stati arrestati perché gravemente indiziati del delitto di tortura in concorso.
L’arresto
Alle prime ore dell’alba di mercoledì 9 novembre, come reso noto dal Comando Generale dei Carabinieri, il personale della Sezione P.G. – Aliquota CC della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari ha dato esecuzione a un’“ordinanza applicativa di misura cautelare agli arresti domiciliari”, emessa in data 4 novembre dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 3 appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria in servizio nella locale casa circondariale, “gravemente indiziati” del delitto di tortura in concorso.
In esecuzione della stessa ordinanza è stata anche eseguita la “sospensione temporanea” dall’ufficio di appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria nei confronti 6 assistenti, a 3 dei quali è stato contestato il delitto di “tortura in concorso”.
Cosa è successo il 27 aprile
L’indagine, che vede nel complesso 15 indagati, ha preso il via in seguito a una segnalazione della Direzione e del Comando della Polizia Penitenziaria di Bari riferita a un evento risalente al 27 aprile scorso, giorno in cui il personale destinatario delle citate misure, in servizio presso le diverse sezioni del carcere, in conseguenza di un intervento presso una cella di detenzione, “infieriva con plurime condotte violente dispiegatesi nell’arco temporale di circa 4 minuti, nei confronti di un 41enne detenuto”.
In particolare, a seguito di un intervento presso la cella del detenuto, il personale della Polizia Penitenziaria, nel trasferire il detenuto in medicheria, “poneva in atto gli atti di violenza consistiti in particolare, da parte di alcuni, nello sferrare calci e schiaffi e, da parte di altri, nel trattenere il detenuto ‘bloccato’ sul pavimento sul quale era riverso, con la partecipazione omissiva di altri agenti che presenziavano agli atti di violenza senza impedirli”.
Inoltre, “non veniva segnalata alcuna lesione sulla persona del detenuto, ricoverato presso l’infermeria della struttura di detenzione immediatamente dopo i plurimi atti di violenza subiti”.
La nota ufficiale del Comando Generale dei Carabinieri
Nel corso dell’intera indagine, è stata costante la collaborazione offerta da parte della Direzione dell’Istituto di pena e del Comando della Polizia Penitenziaria.
Nella nota del Comando Generale dei Carabinieri viene sottolineata l’importanza di “ribadire che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti”.