Autostrade, ultimatum del governo: nuova proposta o revoca
In un incontro al Mit il governo ha ribadito la linea dura: senza una nuova proposta di Aspi entro sabato scatterà la revoca della concessione
Una nuova proposta entro il weekend, che tuteli l’interesse pubblico, a partire dalla revisione delle tariffe e da un cambio di passo su manutenzione e controlli. È questo, secondo quanto riporta l’Ansa, l’ultimatum del governo ad Aspi per evitare la revoca della concessione.
La linea del governo era già stata anticipata dal premier Giuseppe Conte, che aveva dichiarato che la vicenda Autostrade “si trascina da troppo tempo. Ma la procedura di revoca è stata avviata e ci sono tutti i presupposti per realizzarla, perché gli inadempimenti sono oggettivi, molteplici e conclamati. Quindi o arriva una proposta della controparte che è particolarmente vantaggiosa per lo Stato oppure procediamo alla revoca, pur consapevoli che comporta insidie giuridiche”.
Una linea dura che è stata rafforzata dalla sentenza della Consulta che ha dato torto ad Autostrade Spa sul Decreto Genova e i lavori di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi.
Secondo la Consulta non è illegittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi. La Corte costituzionale ha ritenuto non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Aspi dalla procedura negoziata volta alla scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione del Ponte Morandi.
Linea che è stata ribadita nell’incontro di ieri al Ministero. Da una parte del tavolo i capi di gabinetto di Mit e Mef, Alberto Stancanelli e Luigi Carbone, e il segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa, dall’altra gli ad di Aspi e Atlantia, Roberto Tomasi e Carlo Bertazzo.
Le proposte avanzate finora da Aspi, è emerso, non sono ritenute soddisfacenti e non possono in alcun modo interrompere la procedura di risoluzione della concessione.
Tra le questioni più spinose, riporta Il Messaggero, ci sono il taglio delle tariffe e il nodo dell’art. 35 del decreto Milleproroghe che disciplina il caso in cui la revoca di una concessione derivi da “grave inadempimento”.