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Attivista disabile dichiara di essere stato insultato dai poliziotti: "Mi hanno detto handicappato di me**a"

Il giovane ha raccontato di essere stato insultato gratuitamente da alcuni poliziotti durante un controllo di routine

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Michele Daini, attivista disabile 29enne, sarebbe stato fermato nella notte tra il 16 e il 17 agosto da una pattuglia di poliziotti del commissariato Romanina. Il giovane sostiene di essere stato insultato e deriso senza un apparente motivo dagli agenti.

Il controllo si sarebbe svolto a Roma, in una stazione di servizio, all’incrocio tra via Ciamarra e via del fosso di Santa Maura, in zona Cinecittà Est.

“Adesso il governo è cambiato e sono ca**i di quelli come te”

“Sono stato aggredito verbalmente. Mi hanno chiamato handicappato e zoppo di me**a. Un poliziotto poi è stato chiaro: adesso il governo è cambiato, sono ca**i vostri e di tutti quelli come te”. Queste le parole di Daini che, dopo essere stato in ospedale a Tor Vergata, è stato dimesso con una prognosi di 20 giorni.

Il ragazzo è molto conosciuto a Tor Bella Monaca e in VI municipio, dove si era anche candidato alle scorse elezioni. Secondo la sua versione dei fatti, postata sui social e divenuta virale, nel corso di un controllo di routine, ha subito violenza.

“Sono un disabile parzialmente deambulante, seguito dal CSM – ha scritto Daini -. Forse pensavano fossi uno spacciatore o un drogato perché sono pieno di tatuaggi. Ho chiesto di avere pazienza perché stavo andando in ospedale per un sospetto problema al cuore. Soffro di zoppia e non riuscivo a uscire dalla macchia. Mi dicevano “tu fai finta, tu fai finta””.

Il sequestro della scacciacani

I poliziotti, che, spiega La Repubblica, non confermano la versione del giovane, hanno sequestrato nella macchina di Daini una pistola scacciacani.

L’arma era sprovvista del tappo rosso. “Stavo tornando dall’Abruzzo, ero stato in montagna – la difesa dell’attivista -. Con i miei problemi fisici mi serve per difendermi se incontro qualche animale. La pistola era scarica. Non sono un rapinatore, sono incensurato. Mi conoscono tutti per il mio impegno nel sociale”.

I controlli, sempre come riferito dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari, si sono protratti per circa due ore. Daini, una volta fermato, nel scendere dall’auto ha perso l’equilibrio ed è caduto a terra, riportando diverse escoriazioni.

Sul posto è giunto anche il consigliere comunale Carmine Barbati, eletto in Campidoglio con la lista Gualtieri. A contattarlo è stato lo stesso attivista, che poi è stato portato in ospedale.

Il 29enne è stato denunciato per il possesso dell’arma giocattolo e per resistenza a pubblico ufficiale in quanto, secondo gli agenti, avrebbe rivolto delle minacce con il bastone che utilizza per aiutarsi a camminare, gli agenti.

Daini: “Non ho aggredito nessuno”

Daini, però, rigetta tale versione dei fatti: “Ero sdraiato in terra e mi gridavano alzati. Pensavano che facessi finta. Ho alzato il bastone per spiegargli che senza quello non potevo alzarmi. Certo ho alzato la voce perché ero nel panico, ma non ho aggredito nessuno”.

“Mi sembra assurdo che questa sia considerata una minaccia – ha concluso Daini -. Ho provato a contattare il commissariato per chiarirmi. Sono un disabile, non mi sembra giusto quello che mi è accaduto. Dovevo essere tutelato”.

Fonte foto: ANSA

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