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Anestesista denuncia su Facebook: 'I no vax in terapia intensiva ci insultano e ci accusano di sequestro"

Un'anestesista veneta ha raccontato su Facebook che i no vax salvati in terapia intensiva insultano e accusano gli operatori sanitari

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una anestesista rianimatrice nell’azienda ospedaliera dell’Università di Padova ha denunciato di aver ricevuto continue offese da parte “no vax” che sono ricoverati “nelle terapie intensive, persone a cui abbiamo salvato la vita. Non comprenderanno mai il problema, nemmeno di fronte alla evidenza dei fatti”. Lo ha scritto in un post su Facebook.

Anestesista denuncia su Facebook: ‘I no vax in terapia intensiva ci insultano e ci accusano di sequestro”

In reparto, la situazione è diventata insostenibile: “Se l’anno scorso, quando per il Covid non c’era ancora un vaccino, ricevevamo tanti ringraziamenti da parte di chi riusciva a sopravvivere – ha raccontato l’anestesista -, adesso ci capitano scene incredibili. Noi diamo il 100%, e i no vax, quando si svegliano, non hanno neanche una parola di gratitudine. Anzi, se riescono a parlare ce ne dicono di tutti i colori. Ci danno la colpa per essere finiti in rianimazione, alcuni si rifiutano di essere intubati, anche se è l’unico modo per sopravvivere. Anche i parenti, che non possono vedere in che condizioni sono i pazienti, continuano a insistere sul non vaccinarsi“.

“Dicono che non sanno cosa c’è dentro il vaccino – ha aggiunto – alcuni si curano con quello che trovano scritto su internet, e poi arrivano in ospedale, oltre che infettati dal Covid, con altri problemi. Un paziente aveva letto che la vitamina D poteva salvargli la vita. Ne ha ingoiata talmente tanta che si è intossicato di calcio ed è andato in insufficienza renale. È stato salvato dall’equipe di nefrologia”.

Di recente, l’anestesista ha raccontato di essere stata presa di mira dal padre di un no vax: “Ho telefonato ad un padre per informarlo delle condizioni di suo figlio, no vax. Sono stata aggredita perché ‘la loro è una libertà di scelta personale, non si sa nemmeno cosa c’è nel vaccino’. Un altro paziente, appena svegliato dal coma, estubato con gran difficoltà dopo giorni di sedazione per permetterne la ventilazione, ci accusava di averlo sequestrato, dicendo che lui era libero di andarsene. Sorrido ad immaginarmi la scena mentre arranca in corridoio in cerca di sua libertà, distrutto dal coronavirus, privo di forze, privo di ossigeno mentre inneggia alla libertà”.

Situazione in Veneto, carenza di personale: stop ai tamponi per i no vax

Il Veneto sta facendo i conti con l’emergenza più grave di tutte: la carenza di personale. Tanti operatori sanitari sono stati impegnati per consentire di effettuare tamponi su tamponi, richiesti soprattutto dalle persone contrarie al vaccino. Adesso, però, le Usl regionali hanno iniziato a non garantire più i test: verranno impiegate negli hub vaccinali o in altri reparti dove c’è carenza di personale.

Lo sfogo dell’anestesista: “Se si vaccinassero saremmo già tornati a una vita normale”

L’anestesista ha aggiunto che, in primis, le cure prestate ai no vax “costano migliaia e migliaia di euro, sottratti al sistema sanitario nazionale, quando con il vaccino si risolverebbe il problema”.

Inoltre, chi non si vaccina per scelta riempie “le terapie intensive”. Se queste persone si vaccinassero “saremmo già a una vita perfettamente normale e le sale operatorie continuerebbero a lavorare per salvare chi ne ha bisogno”.

La donna sarebbe “favorevole all’obbligo vaccinale, ma comprendo che è di difficile attuazione. Di fronte a un male così sconosciuto e grande, il vaccino è l’unica arma che abbiamo per arginare il problema”.

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