Allarme meduse in Salento, invasione nello Ionio di Pelagia noctiluca: i rischi e le cause del fenomeno
Una massiccia presenza di meduse sta mettendo in difficoltà turisti e bagnanti in Salento, nel mar Ionio: è colpa della Pelagia noctiluca
Le acque del mar Ionio sono infestate da molti esemplari di Pelagia noctiluca, il nome scientifico della medusa luminosa. Diverse segnalazioni hanno testimoniato la presenza massiccia di queste creature nei pressi delle coste del Salento, impedendo ai bagnanti di tuffarsi in mare senza rischiare un’irritazione.
A cosa è dovuta la massiccia comparsa di meduse nel mar Ionio
Cosa ha causato la comparsa di così tante meduse nello stesso tratto di mare, al punto da rendere difficili le vacanze dei turisti in Salento? Secondo quanto riporta La Repubblica, i biologi ritengono che si tratti di un fenomeno raro ma naturale, che si verifica con una certa ciclicità.
A facilitare la proliferazione delle meduse, probabilmente, sono state le alte temperature, che quest’anno hanno investito la penisola con largo anticipo rispetto al passato. Secondo le previsioni degli esperti, il fenomeno non dovrebbe però durare a lungo, sparendo con il mutare delle correnti.
Dove si trova e dov’è stata avvistata la Pelagia noctiluca
La Pelagia noctiluca non è una specie aliena ai nostri mari: è comune nel mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico, e in passato si sono verificati numerosi avvistamenti sulle coste italiane.
Diversi esemplari sono stati avvistati lungo la costa ionica della provincia di Lecce, nei pressi di Porto Cesareo, Gallipoli, Torre Lapillo. Nemmeno i tentativi di liberare il mare con dei retini sono serviti a ridurre la presenza di queste creature affascinanti ma pericolose.
I bagnanti preferiscono quindi rimanere sulle spiagge, lontani dall’acqua, anche se ciò significa soffrire maggiormente per il caldo.
Il precedente caso a Trieste
L’ultimo evento simile si era verificato lo scorso aprile nella zona di Trieste, nel mar Adriatico, dove l’improvviso innalzamento delle temperature si è tradotto in un aumento di meduse.
Come riporta Repubblica, il professor Ferdinando Boero, docente di Zoologia all’università degli studi Federico II di Napoli, in quell’occasione osservò una correlazione tra la drastica diminuzione di pesci causata dalla pesca industriale e l’aumento della presenza di meduse, che si nutrono degli stessi microrganismi delle larve dei pesci.
I rischi per i tentacoli urticanti
A rendere tristemente nota questa specie di medusa sono le irritazioni che provoca quando vengono sfiorati i suoi tentacoli urticanti. Come gran parte delle meduse, infatti, anche le meduse luminose – così chiamate per la loro capacità di brillare al buio – provocano reazioni infiammatorie al contatto.