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All'ospedale Borgo Trento di Verona 3 neonati infettati: torna l'incubo Citrobacter. Stop ai parti prematuri

Tre neonati sono risultati infettati all'ospedale Borgo Trento di Verona dove, tra il 2018 e il 2020, il batterio Citrobacter ha colpito 103 bimbi

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

All’ospedale Borgo Trento di Verona i batteri tornano a far paura: a distanza di alcuni anni dalla tragedia del Citrobacter, che tra il 2018 e il 2020 ha causato la morte di 4 neonati, 3 piccoli sono risultati positivi a un germe. La direzione medica ha interrotto temporaneamente i parti prematuri.

Cosa sta succedendo all’ospedale Borgo Trento di Verona

Secondo quanto riferito da ‘L’Arena’, sarebbero tre i neonati risultati positivi a uno screening eseguito nei giorni scorsi. I piccoli sono stati infettati ma non hanno sviluppato patologie potenzialmente mortali in soggetti col sistema immunitario indebolito, come appunto i prematuri.

Per il momento, non si parla di Citrobacter, il batterio che, tra il 2018 e il 2020, ha infettato 103 neonati prematuri, causando la morte di 4 e provocando disabilità in altri 6. I risultati delle analisi sono attesi nella giornata di lunedì 6 maggio.

In attesa dell’esito delle analisi, nella serata di sabato 4 maggio, dalla direzione medica dell’Azienda Ospedaliera è partita una e-mail rivolta ai vertici del Dipartimento Materno-Infantile dell’Aoui, con oggetto: “Terapia intensiva neonatale – temporanea interruzione degli accoglimenti“.

Nel testo si legge: “Preso atto dei dati comunicati dalla Microbiologia relativamente agli isolamenti batterici nei ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale, alla luce della proposta della Commissione Infezioni Ospedaliere si rende necessario sospendere temporaneamente l’accoglimento di donne in gravidanza al di sotto della 33esima settimana essendo candidate a partorire un neonato prematuro/gravemente prematuro. Il provvedimento ha l’obiettivo di assumere un atteggiamento conservativo in merito all’accoglimento dei pazienti in Tin e potrà essere rivalutato alla luce di ulteriori informazioni sui nuovi referti”.

Le dichiarazioni del professor Franchi

L’Azienda ospedaliera, attraverso il professor Massimo Franchi (direttore del Materno Infantile), ha spiegato che “è una sospensione temporanea perché i neonati al di sotto delle 33 settimane di gestazione necessitano nella maggior parte dei casi di ricovero in Terapia Intensiva Neonatale. Il pronto soccorso ostetrico ginecologico rimane attivo per le emergenze urgenze a qualsiasi epoca gestazionale e per tutte le gravidanze con epoca superiore alla 34esima settimana. Nel corso dei normali controlli di screening eseguiti in tutti i neonati, è emersa la presenza di germi potenzialmente patologici in quelli ricoverati in Tin: siamo in attesa degli esiti degli ulteriori accertamenti per approfondire la natura delle anomalie. Non ci sono evidenze di problemi clinici per i bimbi ricoverati”.

Un’ambulanza diretta all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Borgo Trento.

Le reazioni

Ercole Concia, già direttore dell’Unità di Malattie infettive dell’Aoui, ha commentato così la vicenda: “Il quadro è molto preoccupante. Aver deciso di impedire alle donne sotto la 33esima settimana di mettere al mondo i propri bimbi a Borgo Trento è una buona cosa, perché significa che ora gli screening funzionano”. Poi ha aggiunto: “Se confermeranno che è Citrobacter, vuol dire che la vera sorgente non è stata mai identificata e allora bisogna smantellare il reparto, letteralmente, perché non si può mettere a rischio la vita di altri neonati”.

Di uguale parere è Anna Maria Bigon (Pd) consigliera regionale della Commissione sanità: :Mi auguro che l’intervento di sospensione sia il più tempestivo possibile. In caso di conferma del batterio killer, la Regione dovrà prendere immediati provvedimenti sulla struttura in quanto, anche se di nuova costruzione, non vale la messa a rischio di un solo bambino: se c’è da demolire si demolisca attivando un’altra Tin nel territorio dell’Ulss 9″.

Fonte foto: ANSA

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