Alessia Pifferi e il dettaglio shock del pm sulla figlia "morta tra paura e sofferenze, ha mangiato pannolino"
Il pm, nel corso dell'ultima requisitoria per la richiesta della massima pena ad Alessia Pifferi, ha raccontato dell'episodio del pannolino mangiato dalla piccola Diana
Nuovi dettagli shock emergono dall’ultima requisitoria del pm di Milano sul caso di Alessia Pifferi, la donna che ha fatto morire di stenti la figlia nell’estate del 2022. Secondo il pm, infatti, la piccola Diana pur di sopravvivere avrebbe cercato di nutrirsi col pannolino. Una mossa disperata, tra paure e sofferenze, che però non è bastata alla piccola.
Il dettaglio shock sul pannolino
Nel corso delle requisitoria del pm di Milano Francesco De Tommasi, che vorrebbe chiedere il massimo della pena per Alessia Pifferi, emergono nuovi dettagli raccapriccianti sulla morte della piccola Diana. Lasciata sola in casa a Milano dal 14 al 20 luglio 2022, infatti, è noto come la bimba sia morta di stenti e sofferenze.
Ma ancora una volta il pm ha voluto sottolineare gli ultimi momenti della piccola Diana, per far trasparire ancora una volta la natura della mamma. De Tommasi, infatti, ha ricordato che la donna “incurante delle temperature altissime” ha lasciato da sola la figlia che ha cercato in tutti i modi di sopravvivere.
“Se escludiamo il residuo di acqua nel biberon e il residuo di latte” ha sottolineato il pm, la piccola non aveva fonti per nutrirsi e pur di non andare incontro alla morte le avrebbe provate tutte.
Tra queste anche quella di mangiare il pannolino. “Presa dai morsi della fame e della sete che ha avvertito ha mangiato un pezzo di pannolino” ha raccontato.
Le bugie di Alessia Pifferi
Una bambina che, se la madre avesse voluto, poteva salvarsi ha detto De Tommasi. Il pm, nel corso della requisitoria, ha infatti sottolineato più e più volte il comportamento di Alessia Pifferi che in quei sei giorni di luglio ha evitato la sua abitazione dove aveva abbandonato la piccola.
Al compagno, che aveva raggiunto a Bergamo, aveva raccontato mentendo che la piccola era stata lasciata alla sorella, poi dopo la tragedia aveva invece svelato di aver mentito dicendo di averla affidata a una baby sitter che si era resa irraggiungibile una volta scoperta la morte della piccola.
Anche alla vicina aveva raccontato, nell’immediato, di una fantomatica baby sitter che però, sottolinea De Tommasi, “non è mai esistita“.
Le accuse ad Alessia Pifferi
Il pm, che vuole ottenere il massimo della pena per Pifferi, ha quindi ribadito tutti i buchi e le lacune del racconto della donna che, ancora una volta, si è difesa in aula sottolineando di non essere un’assassina.
“Perché ha voluto sempre giustificare con tutti che la bimba non era sola in casa”, ha chiesto De Tommasi, evidenziando come la donna sapeva benissimo del suo errore. Così ha chiesto di fare “finta che le dichiarazioni di Alessia Pifferi non siano mai esistite, che dall’inizio lei si sia avvalsa della facoltà di non rispondere” per arrivare dunque a un facile giudizio dei comportamenti della donna.