NOTIZIE
CRONACA

2001-2021: come l'11 settembre ha cambiato le nostre vite

Tra gli aspetti più longevi dell'attacco terroristico le cospirazioni. 2001-2021: come l'11 settembre ha cambiato le nostre vite

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’11 settembre 2021 vengono ricordati, ovunque nel mondo, i 20 anni dagli attacchi dell’11 settembre 2001, quando un commando di 19 terroristi dirottò 4 aerei per colpire obiettivi civili e militari statunitensi. Due veicoli impattarono sulle Torri Gemelle, provocando il crollo dell’intero complesso del World Trade Center. Un terzo aereo si schiantò contro il Pentagono, sede del quartier generale del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America. Il quarto mezzo di trasporto precipitò in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania (si presume fosse diretto a Washington) per una rivolta dei passeggeri, che ebbero la meglio sui terroristi.

L’organizzazione dietro agli attentati più gravi dell’era contemporanea, che provocarono circa 3mila morti, era al-Qaeda. La risposta degli Stati Uniti fu l’invasione dell’Afghanistan, conclusasi – secondo molti osservatori, disastrosamente, – proprio alle porte del ventennale. Nonostante, nelle intenzioni del presidente americano Joe Biden l’11 settembre 2021 sarebbe dovuto essere una data celebrativa – anche – della fine di una guerra dispendiosa, sia in termini di vite, sia in termini economici, l’impreparazione dell’esercito afghano, la rovinosa ritirata a fronte dell’avanzata dei talebani, la presa del potere dei fondamentalisti islamici in una nazione spaventata e in crisi hanno fatto parlare gli americani di celebrazione di una doppia sconfitta e del doppio trionfo dei talebani sugli USA a distanza esattamente di 20 anni.

Allarme terrorismo per il ricordo degli attentati

Per ricordare i 20 anni dal giorno più nero della sua storia, l’11 settembre, l’America si ferma e il rischio attentati è altissimo. La Grande Mela è blindata fra imponenti misure di sicurezza. Il timore è che la tragica data continui a ispirare gruppi terroristici di varia matrice o lupi solitari, anche alla luce del ritiro dall’Afghanistan.

Le ricadute dell’11 settembre sull’immaginario collettivo

Questo è un modo (forse tra i più attuali) di leggere uno degli eventi più significativi della storia recente, che ha avuto ricadute non soltanto politiche e militari, quindi collettive, ma anche individuali, sulla vita di ognuno di noi: tutti ricordano dove si trovavano e cosa stavano facendo quando hanno appreso dell’attacco alle Torri Gemelle. Sul lungo termine, quella che ha determinato l’attacco alle Twin Towers è stata una nuova frontiera di conflitto, in un mondo che, dopo la caduta dell’URSS, sembrava pacificato sotto il predominio degli USA – si parlò di “fine della Storia”. Invece i terroristi sono diventati l’incarnazione di un nuovo nemico dell’Occidente, un antagonista non democratico, non libertario, oscurantista, per difenderci da quale non abbiamo esitato ad accettare restrizioni, prima impensabili alla libertà personale: le file di controlli agli aeroporti sono forse l’immagine più eloquente di una nuova normalità creatasi dopo quel fatidico 11 settembre.

C’è inoltre un aspetto giornalistico della questione, perché, per la prima volta, molte persone si sono viste costrette a ricorrere a internet per avere informazioni su uno dei più clamorosi eventi della storia recente: per il mondo dell’informazione, l’11 settembre 2001 è stato un primo assaggio delle potenzialità del web. I lettori si sono trovati, per necessità, nella posizione di poter attingere, sul posto di lavoro, alle notizie in arrivo dall’altra parte del mondo, in un flusso ininterrotto di aggiornamenti al quale oggi siamo decisamente più abituati.

Ancora: l’immaginario di chi ha vissuto direttamente lo shock di un attacco tragicamente spettacolare è stato irrimediabilmente segnato dalle immagini della catastrofe trasmesse in diretta. Non soltanto i filmati, mandati a ripetizione per settimane, del crollo delle Torri e dell’impatto degli aerei contro le Torri, sono diventati un’immagine che tutti i testimoni – anche indiretti – della tragedia non sapranno dimenticare: quei fotogrammi si portano dietro un carico emotivo inesauribile. Visti oggi non sono meno sconvolgenti di 20 anni fa, nonostante l’epoca digitale in cui tutto viene masticato per poche ore o al massimo per pochi giorni e poi digerito senza lasciare il segno.

Nel repertorio di immagini, un posto predominante spetta sicuramente a The Falling Man. Lo scatto di un fotogiornalista dell’Associated Press (Richard Drew) acquisito alle 9.41 dell’11 settembre comparve su tutti i giornali: si trattava di un uomo che, rimasto intrappolato ai piani alti delle Torri, venne inquadrato mentre cadeva nel vuoto, a testa in giù, si ipotizza per cercare scampo dal fumo o dal fuoco o mentre cercava disperatamente di salvarsi.

11 settembre 2001, 20 anni teorie del complotto

Un capitolo a parte lo meritano le teorie del complotto, tanto più numerose quanto più grande fu la portata degli attentati dell’11 settembre. Va premesso che ci si trovava in un ecosistema informativo molto diverso rispetto a quello attuale: mancava tutta la parte di informazione che viaggia su internet e che provoca, ad esempio, effetti a catena, in grado di accrescere enormemente la portata di una fake news. I complotti post 2001 erano stati creati, a volte in malafede e a puro scopo commerciale, da autori di saggi, documentari o articoli. E, pur senza l’auto del web, ottenero un’ampia eco, che li ha mantenuti in vita fino a oggi. Tutte le teorie del complotto hanno in comune il tentativo di imbastire una narrazione alternativa che imputi a soggetti diversi da Bill Laden e al-Qaeda la responsabilità degli attentati.

Esiste ad esempio una tesi anti-israeliana secondo la quale alcuni impiegati ebrei nelle Torri sarebbero stati al corrente degli attacchi prima che questi avvenissero. La tesi è da ricondurre a gruppi o individui noti per il loro antisionismo ed è da considerarsi falsa. Un’ipotesi dalle sfumature fantascientifiche vorrebbe addebitare il crollo a misteriosi “fasci di energia” diretti contro le Torri con effetti devastanti. La teoria più nota è però quella secondo cui il crollo delle due identiche strutture che si stagliavano sullo skyline di Manhattan sarebbe da addebitare non agli aerei, ma ad alcuni esplosivi piazzati nelle strutture per ottenere una detonazione controllata.

Negli Stati Uniti esiste anche un gruppo chiamato “Architects and Engineers for 9/11 Truth”, che da 20 anni sostiene una verità alternativa sull’attentato alle Torri Gemelle, da non ricercarsi nella matrice terroristica. L’organizzazione è stata al centro delle polemiche perché, nell’ultimo documentario di Spike Lee in onda su HBO Max in occasione dei 20 anni dall’attacco, alcuni dei membri parlavano a favore di telecamera, illustrando fantasiose teorie. Il regista ha quindi ritoccato il montaggio definitivo, l’episodio incriminato è in onda sulla piattaforma dall’11 settembre 2001.

Le teorie del complotto chiamano in causa gli stessi americani, a volte indirettamente (sapevano, ma hanno taciuto), a volte per via diretta: in quanto organizzatori di un attentato contro se stessi. Lo scopo sarebbe stato quello di dare in pasto all’opinione pubblica un pretesto per invadere Iraq e Afghanistan, la roccaforte di al-Qaeda. Se così fosse – e naturalmente così non è – gli americani avrebbero seguito una logica contraddittoria per arrivare all’obiettivo finale dell’invasione: gli attentati dell’11 settembre hanno infatti provocato una devastante perdita di vite umane, ingenti danni economici e un vuoto al centro di New York, a perenne testimonianza di quel giorno in cui la fragilità degli Stati Uniti venne messa allo scoperto agli occhi del mondo, con conseguente perdita, o quantomeno messa in discussione, del ruolo di guida mondiale, che negli anni Novanta indubbiamente spettava alla bandiera a stelle e strisce.

Come ragione per invadere il Medio Oriente, sembra una posta troppo alta da pagare. E a 20 anni dall’attentato, quella stessa leadership è stata messa in discussione da una nuova vittoria dei talebani, un nemico che gli USA, nonostante rappresentino il Paese militarmente e tecnologicamente più progredito, non sono, da allora, stati in grado di battere. Dal 2001 a oggi quindi resta ancora senza risposta una domanda: da una situazione in cui l’ordine mondiale si raccoglieva sotto l’ombrello americano, si sta procedendo in direzione di un nuovo equilibrio, fin dall’attacco alle Torri Gemelle. Ma, se non sugli USA, su quali pilastri regge il nuovo assetto?

Fonte foto: ANSA
11 settembre 2001: le immagini che rimarranno per sempre nella memoria

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963