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Vittorio Feltri su Barbara D'Urso via da Mediaset: "Un calcio nel sedere poco dopo la morte di Berlusconi"

Vittorio Feltri difende la conduttrice con un lungo articolo su Libero Quotidiano, respingendo l'etichetta di 'trash' e sottolineando il suo successo

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Vittorio Feltri scende in campo in difesa di Barbara D’Urso e si schiera contro Mediaset, che secondo il giornalista ha commesso un grave errore a dare il “benservito” alla conduttrice. Nel suo contributo di giovedì 6 luglio su Libero Quotidiano, Feltri rigetta l’etichetta di “trash” affibbiata alla D’Urso, sottolineando invece il suo valore. E nel commentare la separazione dalla conduttrice, avvenuto a pochissima distanza dalla morte di Silvio Berlusconi, il giornalista esprime preoccupazione riguardo al futuro della rete e alla delusione dei telespettatori.

L’errore di Mediaset

Vittorio Feltri non ci gira intorno: Mediaset commette un grave sbaglio nel “licenziare” Barbara D’Urso, che dopo anni di servizio onorato e grandi ascolti, non fa più parte dei piani dell’azienda.

Il direttore editoriale di Libero Quotidiano dedica un lungo articolo alla questione. Innanzitutto, definisce la D’Urso una lavoratrice instancabile che ottiene risultati con il suo modo di far televisione.


Sul rapporto fra Barbara D’Urso e Berlusconi si è detto molto: Feltri ha sottolineato lo strano “tempismo” dell’allontanamento della conduttrice

Nonostante possa far storcere il naso a chi cerca di apparire più raffinato e agli invidiosi, per Feltri il suo programma funziona, piace, intrattiene, diverte e, allo stesso tempo, informa, racconta la società, i costumi, la cronaca e la vita degli ultimi. In buona sostanza, quella della conduttrice non si tratta di tv “trash” come spesso è stata bollata.

Difficile rimpiazzarla

Ora che la D’Urso è stata mandata via, Feltri afferma che sarà difficile per Mediaset rimpiazzarla e critica duramente l’azienda. “Mediaset le dà un calcio nel sedere e se ne libera in tutta fretta, addirittura prima della scadenza naturale del contratto, che sarebbe a dicembre.”

I dubbi del direttore di Libero Quotidiano sono sul futuro di Mediaset: “Questo è il nuovo corso che l’azienda fondata da Silvio Berlusconi si appresta ad inaugurare a pochi giorni dalla scomparsa di quest’ultimo?”.

“Canale 5 come Raitre”

Nell’articolo poi Feltri esprime la speranza che Canale 5 non diventi come Raitre, che non perda la sua personalità e non subisca una rivoluzione tale da diventare irriconoscibile per i telespettatori, molti dei quali sono già delusi perché a settembre non rivedranno più la loro “Barbarella” sul piccolo schermo.

Il giornalista si dichiara stanco della tendenza diffusa a criminalizzare e disprezzare tutto ciò che piace alla gente, ossia ciò che è popolare, sia esso un politico o un presentatore. Dal suo punto di vista, ciò che piace agli italiani non va scartato, ma valorizzato.

“Il nostro compito non è educare, moralizzare o nobilitare. Forse sarebbe opportuno scendere da quel piedistallo su cui ci siamo posti e che prima o poi crollerà” sostiene Vittorio Feltri.

La reazione della D’Urso

Intervistata da Repubblica, Barbara D’Urso ha espresso il suo disappunto riguardo alle modalità e all’annuncio del suo divorzio. La conduttrice si è detta ferita per la decisione presa senza alcun preavviso e senza la possibilità di congedarsi dai suoi affezionati spettatori.

La D’Urso ha citato esempi di altri conduttori televisivi, come Fabio Fazio e Serena Bortone, che hanno avuto l’opportunità di dire addio al loro pubblico.

La conduttrice, invece, non ha avuto la possibilità di ringraziare nessuno. Inoltre, ha espresso disagio per il comunicato che è stato rilasciato senza il suo consenso, lasciandola praticamente senza lavoro nel giro di pochi giorni.

 

Fonte foto: IPA

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