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Vigonovo, dal fiume in secca spuntano casseforti: potrebbero essere della Mala del Brenta

A Vigonovo il fiume in secca ha riportato alla luce quattro casseforti: potrebbe essere della Mala del Brenta. L'ipotesi dopo l'inattesa scoperta

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

L’emergenza siccità ha dato vita a un autentico “giallo” a Vigonovo, dove la secca del fiume Brenta-Cunetta ha riportato alla luce quattro casseforti. In attesa di saperne di più, si sta facendo strada un’ipotesi che chiama in causa la Mala del Brenta, organizzazione criminale nata in Veneto negli anni Settanta e attiva fino agli anni Novanta.

Il “cimitero delle auto”

Per capire perché sia stata chiamata in causa la Mala del Brenta è necessario riportare alla memoria la storia del cosiddetto “cimitero delle auto“: ai tempi della Mala del Brenta, Vigonovo era divenuta famosa perché dal Brenta-Cunetta era emerso un gran numero di auto rubate che, gettate tutte nello stesso punto, una sull’altra, avevano formato una piramide di veicoli.

Anche in quel caso fu un forte abbassamento del livello del mare a far emergere il tettuccio di un’auto, avvistato da un contadino della zona. Da quel singolo avvistamento si scoprì che il letto del fiume ospitava oltre 50 mezzi, tutti utilizzati dalla malavita locale per la loro attività criminale. In due riprese, si riuscì a recuperarne dal fiume circa una trentina, mentre altre sono rimaste sul fondo. Il “cimitero delle auto” si trova lungo l’argine sinistro, collocato davanti al territorio della frazione di Galta di Vigonovo.

Le quattro casseforti sono state ritrovate in un tratto del fiume nei pressi della frazione Galta di Vigonovo, vicino a dove furono scoperte le automobili.

Il “cimitero delle casseforti”

Secondo quanto riportato da ‘Il Gazzettino’ la storia potrebbe essersi ripetuta ancora una volta, stavolta con protagonista le casseforti al posto delle automobili. Le casseforti sono state gettate nel vicino tratto dell’incompiuta idrovia Padova-Venezia, sempre in località Galta di Vigonovo. Sono state avvistate da un pescatore che abita in zona.

L’ipotesi

Le casseforti riemerse dal fiume Brenta-Cunetta a Vigonovo presentano incrostazioni sul metallo e ruggine. Il loro stato indicherebbe che la permanenza sul fondo del canale potrebbe essere ricondotta a 30-40 anni fa. I tempi con l’attività della Mala del Brenta coinciderebbero. Le casseforti, inoltre, sono state sventrate, quasi certamente con l’uso di una fiamma ossidrica e di un flessibile da taglio. Tre delle quattro casseforti sono molto pesanti e difficili da recuperare e trasportare.

Fonte foto: Wikimedia Commons - Fabio Crivellaro

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