Veneto, "zero pazienti in terapia intensiva": l'annuncio di Zaia
Il governatore veneto ha annunciato che non ci sono più malati Covid ricoverati in regione
“Da oggi, in Veneto, si chiude il sipario con il virus in terapia intensiva“. Lo ha annunciato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nella quotidiana conferenza stampa nella sede della Protezione Civile regionale. Il governatore ha detto che “non abbiamo più un solo malato Covid ricoverato. mentre sono solo 4 i nuovi casi positivi registrati da ieri e 6 nuovi decessi”.
In Veneto il virus ha causato quasi 2 mila morti, 19 mila positivi e centinaia di persone ricoverate nelle terapie intensive. Zaia ha anche reso noto che i tamponi eseguiti dall’inizio dell’epidemia sono 762.098.
“Ma -ha aggiunto -, al di là di possibili toni ‘trionfalistici’ ricordo a tutti che il virus c’è sempre, anche se non fa più i danni di prima, ma non è scomparso, e quindi raccomando ancora l’uso della mascherina al chiuso e all’aperto in presenza di assembramenti”.
Il governatore veneto ha detto che le linee guida “dovranno accompagnarci per un po'”, ma anche che “devono essere modificate, perché la situazione non è più quella di un mese fa”. Inoltre, ha aggiunto, “resta in piedi la questione dei centri estivi per i bimbi tra 0 e 3 anni”.
Zaia ha commentato anche l’annuncio del governo greco di rimuovere le limitazioni ai turisti italiani: “Se si è trovata una soluzione è la dimostrazione che, se c’è un problema, c’è anche modo di risolverlo. Se la questione è durata un po’ di più è solo perché nessuno se ne è mai interessato veramente”.
“Diciamo – ha osservato – che è merito del ‘casino’ che abbiamo fatto noi. E mi rifiuto di pensare che ci sia ostracismo nei nostri confronti: i greci si sono confermati nostri fratelli e hanno ribadito l’amicizia nei nostri confronti”.
Il governatore del Veneto ha parlato anche delle prossime elezioni amministrative: “Tecnicamente, la finestra per le prossime elezioni va dal 20 settembre al 15 dicembre. Ma ricordiamo che non è ancora stata fissata una data: chi indirà le elezioni in election day, si dovrà fare un decreto. Ma fare così tardi le elezioni sarà un mega pasticcio”.
“Dico questo, perché significa chiudere le scuole subito dopo il suo inizio, senza considerare il tema della sanificazione. Mi sembra – ha detto – un pasticcio non dettato dalla fretta, ma dalla voglia di non voler andare a votare”.
“Chiedo quindi pubblicamente -ha concluso – quando si andrà a votare. E chiedo che ce lo dica, magari, il Presidente del Consiglio in persona”.