Variante Delta, un nuovo elemento decisivo: la spiegazione di Galli
L'infettivologo Massimo Galli ha fatto il punto della situazione sulla variante Delta e ha parlato delle nuove speranze
La variante Delta del coronavirus continua a destare preoccupazione in Italia ed è la responsabile di gran parte dei nuovi contagi. I circa 7mila infetti al giorno, però, sarebbero solo una piccola parte dei casi totali, come ha spiegato l’infettivologo Massimo Galli in un’intervista al Messaggero. Secondo l’esperto, “non c’è dubbio” che la mutazione indiana del Covid stia circolando molto tra i giovani e “molti non se ne accorgono nemmeno”. C’è da considerare, però, un elemento decisivo e si tratta delle persone che hanno già superato l’infezione.
Variante Delta, a che punto siamo: Galli fa il punto
“Abbiamo a che fare con una variante, la Delta, che si trasmette con estrema facilità – ha sottolineato -. E che si diffonde molto tra i giovani, che sono in gran parte asintomatici e dunque, spesso, non si accorgono neppure di essere stati contagiati. Poi il periodo dell’anno che stiamo vivendo, le ferie, il mese di agosto…”.
Il rischio è di ritrovarsi a ottobre con un aumento esponenziale dei nuovi casi ma il professor Galli si è dimostrato ottimista sull’efficacia del vaccino, che “funziona bene”.
“Dobbiamo renderci conto – ha rimarcato il professore – che non è finita, che la pandemia sta continuando e che ci sono ancora troppe persone non vaccinate. Arrivando all’età in cui c’è un vaccino autorizzato, dobbiamo immunizzare anche giovani e giovanissimi”. E “se vacciniamo, ancora di più di quanto abbiamo fatto, soprattutto i cinquantenni e i sessantenni, allora la situazione sarà sotto controllo”.
Un elemento decisivo contro la variante Delta: chi ha superato l’infezione
Un elemento, poi, è decisivo: “L’alto numero di persone che in Italia hanno superato l’infezione, magari senza saperlo. L’esperienza ci insegna che i casi di reinfezione, con conseguenze gravi, sono estremamente rari. Ci sono anche degli studi a dimostrarlo. Poi, io resto dell’idea che non ha senso vaccinare chi è già stato infettato”.
Tuttavia, per Galli non bisogna abbassare la guardia tra chi è vaccinato e chi ha superato l’infezione: “È ancora è troppo alta la fetta di popolazione che non è stata vaccinata. Potremo arrivare a quel tipo di sistema, che tiene conto solo dei ricoveri, nel momento in cui avremo messo in sicurezza quella fetta di persone a rischio che si ostina a non vaccinarsi. D’altra parte, lo stiamo vedendo: in quelle regioni dove il tasso di vaccinazioni è più basso, stanno aumentando ogni giorno il numero dei ricoveri. In modo considerevole”.