Vaccino coronavirus, "100 milioni di dosi a dicembre": l'annuncio
Il vaccino italo-inglese potrebbe essere pronto entro dicembre, quello americano entro gennaio
Spinta turbo per il vaccino anti-Covid su cui è a lavoro il Jenner Institute della Oxford University, in collaborazione con l’azienda di Pomezia Advent-Irbm. Come riporta l’Ansa, in seguito all’accordo con la multinazionale farmaceutica AstraZeneca, i tempi per la finalizzazione del vaccino ChAdOx1 nCoV-19 potrebbero subire un’accelerazione.
Vaccino coronavirus, Di Lorenzo: “Primo stock a dicembre”
Il presidente di Irbm Pietro Di Lorenzo ha infatti dichiarato all’Ansa: “Entro dicembre, se tutti i test daranno gli esiti positivi che ci auguriamo, ci sarà un primo stock di vaccino anti-Covid disponibile per iniziare la vaccinazione di alcune categorie più fragili”.
“Per produrre miliardi di dosi per la popolazione generale saranno necessari ovviamente tempi più lunghi, ma l’ingresso del colosso AstraZeneca accelererà sicuramente la capacità produttiva”, ha precisato Di Lorenzo. La AstraZeneca infatti si occuperà dello sviluppo, della produzione e della distribuzione del vaccino in tutto il mondo.
Vaccino coronavirus, “100 milioni di dosi entro fine anno”
Dal canto suo, l’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, ha dichiarato al Financial Times: “Vogliamo essere pronti a lanciare e fornire fino a 100 milioni di dosi” di vaccino entro la “fine dell’anno”, grazie alla collaborazione che “unisce l’esperienza dell’Università di Oxoford con le capacità di sviluppo, manifattura e distribuzione di AstraZeneca”.
Si attendono entro giugno gli esiti della sperimentazione sui primi 500 volontari (tra cui c’è anche un’italiana), dopodiché si passerà ai test su 5000 soggetti se il vaccino darà i risultati sperati.
Vaccino coronavirus, Fauci: “Pronto per gennaio”
L’approccio adottato negli Usa è quello di assumersi il rischio di avviare la produzione del vaccino, dando per scontato che funzioni, e averlo entro il prossimo gennaio; questa almeno è la previsione fatta dall’autorevole virologo Anthony Fauci della task force americana.
Secondo quanto riportato dai media, citati dall’Ansa, Fauci ha affermato: “Vogliamo procedere velocemente ma vogliamo assicurarci che sia sicuro ed efficace. Penso che sia fattibile se le cose vanno nel verso giusto”.
“In altre parole, non si aspetta una risposta prima di iniziare la produzione ma, rischiando, si comincia a farlo proattivamente presumendo che funzioni”, ha precisato Fauci.
Sui tempi previsti, il virologo ha affermato: “In gennaio e febbraio dicevo che sarebbero stati necessari 12-18 mesi, il prossimo gennaio sarà un anno, quindi non molto lontano da quello che avevo detto”, ha spiegato.