Taglio del vitalizio, Ilona Staller a Le Iene: la nuova polemica
Nuova polemica per Ilona Staller, protagonista di un servizio de Le Iene sul taglio del vitalizio
Ilona Staller, che ha deciso di mettere in vendita all’asta alcuni suoi oggetti personali per far fronte al taglio del vitalizio, è la protagonista di un servizio de “Le Iene” che sarà trasmesso nella serata di martedì 16 aprile.
Come riferisce il sito della trasmissione Mediaset, Ilona Staller (in arte Cicciolina) ha iniziato mettendo all’asta il suo primo vestito indossato al suo esordio in Parlamento (base d’asta un milione di euro) e l’inviato Filippo Roma le ha fatto visita per improvvisare una televendita per rilanciare la base d’asta.
Filippo Roma, come viene mostrato in un filmato d’anticipazione del servizio, ne ha approfittato per fare qualche domanda a Ilona Staller, ma quest’ultima, riporta il sito de “Le Iene”, ha cacciato di casa l’inviato della trasmissione non appena il discorso si è spostato su Rocco Siffredi, con cui la stessa Ilona Staller aveva avuto un pesante scontro proprio dopo un’intervista de “Le Iene”.
Taglio del vitalizio, lo scontro tra Ilona Staller e Mario Giordano
Nei giorni scorsi, Ilona Staller era stata protagonista di una polemica televisiva con Mario Giordano, sempre sul tema del taglio del vitalizio da 3000 a circa 1000 euro lamentato dall’ex parlamentare.
A ‘Mattino Cinque‘, Mario Giordano aveva dichiarato: «Mille euro di vitalizio sono troppi». Lo scontro è proseguito a ‘Fuori dal coro’, dove Ilona Staller è intervenuta telefonicamente. Queste le sue parole: «Io sono arrabbiata perché Giordano non può permettersi di dire di vergognarsi. Io non mi devo vergognare di niente. Ho preso 20mila voti dalla gente. Sono stata regolarmente eletta. Sono stata cinque anni in Parlamento e ho fatto una proposta di legge. Sto vivendo un linciaggio da parte dei cittadini italiani. Ma come si permettono? Chi sono gli italiani per giudicarmi?». Mario Giordano aveva contro-replicato: «Una proposta di legge in cinque anni? Gli italiani giudicano perché pagano».