Terza dose in base al test sierologico? Abrignani contrario. Lo sfogo

Mentre si avvicina il momento di ricevere la terza dose del vaccino contro il coronavirus, sono in molti a chiedersi se sia meglio sottoporsi a un test sierologico per valutare se fare o no il nuovo richiamo. Utilizzare questi test può essere un metodo valido per capire chi deve fare la terza dose oppure no? Una possibile riposta arriva da Sergio Abrignani, immunologo del Comitato tecnico scientifico e docente di Patologia generale all’Università degli Studi di Milano.

Abrignani, membro del Cts, è intervenuto sul Corriere della Sera per esprimere la sua contrarietà a questo ragionamento. Secondo lui, infatti, per stabilire la validità del Green pass o la necessità di una nuova iniezione bisogna guardare ad altri indicatori e non serve un test degli anticorpi.

L’esperto ha avvertito sul fatto che i test sierologici sono tutti diversi tra loro: è vero che misurano gli anticorpi in modo quantitativo ma il problema è che “non sono standardizzati: in Italia ne esistono tanti diversi che danno valori non comparabili fra loro”.

Altro problema, per Abrignani, è che non esiste un “correlato di protezione”, ovvero “un valore di anticorpi al di sopra o al di sotto del quale si è protetti o suscettibili. Quindi nel caso di Sars-Cov2 i test sierologici non possono essere utilizzati per prendere alcuna decisione medica, quale prolungare il green pass o fare la terza dose”.

“Queste – ha sottolineato il componente del Cts – sono decisioni che vengono prese sulla base dei dati di efficacia vaccinale e non del declino del livello degli anticorpi,che è un fatto fisiologico nei primi 12 mesi dalla vaccinazione”.

In conclusione, ha dichiarato Abrignani, “la terza dose verrà consigliata a soggetti non fragili o non particolarmente suscettibili come gli anziani quando ci saranno indicazioni sul calo della protezione dalla malattia in queste categorie”.