Terremoto ai Campi Flegrei, nuova scossa avvertita da Pozzuoli fino a Napoli
Un forte boato è stato sentito distintamente dalla popolazione che vive nella zona soggetta al fenomeno del bradisismo
Paura tra la popolazione residente sui Campi Flegrei, dove la terra è tornata a tremare alle 14 di oggi. L’evento sismico è stato rilevato dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) con magnitudo 2.0 ed epicentro localizzato nell’area del vulcano della Solfatara, ad una profondità di meno di 3 chilometri. Nonostante la scarsa intensità, per via della vicinanza alla superficie, gli abitanti di Pozzuoli hanno sentito distintamente un grande boato. Ma come riportato da quotidiano il Mattino la scossa è stata avvertita anche nelle località di Licola, Quarto, fino ad Agnano, Bagnoli e Fuorigrotta a Napoli.
La scossa
Tantissime le segnalazioni sui social da parte dei residenti nella zona dei Campi Flegrei che hanno testimoniato del forte boato, percepito più del solito sia perché in pieno giorno sia perché l’epicentro è stato a poca profondità.
Soltanto due giorni fa un altro evento sismico della stessa entità era stato registrato nella stessa zona alle 3.28 della notte. Anche in quel caso la scossa è stata localizzata in zona Solfatara e una magnitudo 2.0 e una profondità di 2,1 chilometri.
Anche se a notte fonda il terremoto è stato avvertito da diverse persone, in particolare da residenti in abitazioni ai piani alti sia di Pozzuoli che dei vicini quartieri di Napoli.
Gli ultimi precedenti
Scosse di intensità superiore si erano verificate nei Campi Flegrei lo scorso anno, in particolare quella rilevata il 29 marzo di 3,6 gradi della scala Richter. Si è trattato del sisma più forte registrato nell’area negli ultimi 10 anni, di poco superiore all’evento del 16 marzo scorso che è stato di magnitudo 3,5.
Cos’è il bradisismo
Anche se ogni scossa provoca sempre un sussulto, la popolazione dei Campi Flegrei è abituata a convivere con questo tipo di attività sotterranee provocate dal fenomeno del bradisismo che contraddistingue l’area.
Si tratta del ciclico innalzamento e abbassamento del suolo causati dall’attività della camera magmatica presente in profondità.
“Tutto questo dipende dall’emissione di CO2 da parte del magma da una zona sotterranea profonda anche 10-12 chilometri, che non sappiamo esattamente dove sia – ha spiegato Francesca Bianco, ex direttrice dell’Osservatorio vesuviano di Napoli e oggi alla guida del Dipartimento vulcani dell’Ingv – l’emissione arriva fino alle fumarole che monitoriamo e significa che il magma degassa di più e manda gas in superfice, che deforma la crosta velocemente e incrementa la sismicità. Ma non vuol dire che il magma stia salendo verso la superficie”.