Silvia Romano è viva, costretta al matrimonio islamico

Emergono nuovi dettagli dalla Somalia su Silvia Romano, la cooperante italiana sequestrata in Kenya il 20 novembre 2018. Secondo quanto riportato da “Il Giornale” la ragazza, che lo scorso 13 settembre ha compiuto 24 anni, sarebbe viva e negli scorsi mesi sarebbe stata “forzata al matrimonio con rito islamico” e sottoposta a “operazioni di lavaggio del cervello“.

Secondo quanto raccolto dal quotidiano la cooperante sarebbe prigioniera tra il Sud e il Sudovest del paese, la parte più integralista e dominata dai mujaeddin di Al Shabab. Da quanto trapela la giovane donna sarebbe stata costretta al matrimonio che a tutti gli effetti “l’ha fatta diventare proprietà di un uomo del posto, probabilmente legato all’organizzazione che la tiene in ostaggio”. La 24enne sarebbe anche “costretta a indossare il velo e seguire la legge coranica”.

Su Silvia sarebbe in atto “una manovra di accerchiamento psicologico che punta a recidere i legami affettivi e culturali con la sua patria d’origine”, notizia confermata anche dall’intelligence italiana che, dopo aver battuto più strade per arrivare ad un contatto per riportare in patria la ragazza, è stata informata “dell’islamizzazione” della cooperante.

I sequestratori di Silvia “vorrebbero farle assimilare, sino a sentirsene parte integrante, l’ambiente dove viene costretta a vivere”, una mossa attuata secondo il quotidiano per poter mettere i servizi segreti italiani con le spalle al muro.

Ad oggi, secondo quanto trapela, due le possibili piste da seguire. Da una parte la minaccia che i sequestratori sentano Silvia Romano una di loro tanto da non voler trattare con gli 007 italiani, dall’altra una possibile strategia per alzare il prezzo del riscatto per la donna. Il fatto che sia arrivata la notizia del matrimonio però, in un clima di incertezza, significa che “è stato attivato un canale con i rapitori“.